Società

GUADAGNI IN BORSA, QUESTIONE DI REPUTAZIONE

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Anche il rispetto funge da market mover. Basta guardare alle solide performance delle societa’ passate ai raggi X dell’autorevole rivista Barron’s e che compaiono nella classifica 2010 “Le aziende piu’ rispettate al mondo”.

L’idea e’ che le imprese con una solida reputazione tendono nel tempo a mantenere il loro valore, in termini non solo di asset fisici e finanziari. Insomma, gli investitori preferiscono mettere il loro denaro nelle realta’ piu’ credibili. “I gruppi rispettati non capitoleranno mai e dopo tempi difficili vanteranno una situazione migliore alle precedenti”, ha detto David Hartzell di Cornell Capital Management, che ha preso parte alla ricerca.

In un mercato, quello del 2009, sull’ottovolante, i titoli delle societa’ al top della classifica hanno generalmente subito bassa volatilita’ e battuto il settore di riferimento, mentre i loro rivali erano alle prese con i ribassi. E persino ora, dopo il rally, il valore del rispetto e’ percepibile. La valutazione in borsa delle aziende con un alta credibilita’ si trova al di sopra, o perlomeno non al di sotto, dei livelli pre-fallimento di Lehman Brothers. In ogni caso, hanno avuto la meglio sul mercato sin dal sorgere della crisi.

Si guardi il caso Apple, al top della lista di Barron. Se un azionista della casa di Cupertino guidata da Steve Jobs fosse per caso caduto in letargo nell’estate del 2008 e si fosse svegliato a Natale 2009, difficilmente si sarebbe accorto di qualche cosa, guardando al solo prezzo delle azioni.
Non e’ cosa rara vedere lievi cambiamenti nella classifica annuale considerata, e quest’anno non fa eccezione.

L’attuale top-five non e’ altro che un aggiornamento della classifica dell’anno scorso. Johnson & Johnson, da sempre leader, ha perso la medaglia d’oro ottenuta l’anno scorso scivolando cosi’ al secondo posto. Berkshire Hathaway, lascia la medaglia d’argento per passare al quinto posto. Procter & Gamble, da sempre immobile, resta saldamente al terzo gradino del podio. Ibm salta di dieci gradini guadagnandosi il quarto posto. Chi non ha saputo mantenere i corsi azionari vantati nel 2008 e’ stata Wal Mart: nella classifica e’ stata retrocessa alla 12esima posizione dalla quinta.

Non essere rispettati, insomma, costa caro. Barron cita il caso di Citigroup, che si aggiudica la maglia nera: il valore in borsa e’ ben al di sotto dei livelli pre-Lehman. Inimmaginabile sembra un recupero, nonostante il recente rally che ha visto protagonisti i mercati in generale. Al 99esimo posto la russa Gazprom, con performance altrettanto deludenti.

Ma cosa significa essere rispettati come azienda? Si tratta di un concetto non facile da definire. “Qualcuno puo’ pensare che McDonald’s non sia rispettata. Tutto quello che fa e’ semplicemente fare hamburger. Ma ne fanno milioni e milioni, e lo fa bene. Il gruppo e’ rispettato grazie alle innovazioni che mette in campo o per merito dei buoni profitti che registra?”, si interroga Paul Jackson della Paul Jackson & Associates.

Tra coloro che sono stati interpellati per stilare la classifica, e’ opinione diffusa che un’azienda rispettata ha un management forte, una buona governance, prodotti e servizi di buon livello e permette solidi ritorni sugli investimenti. Azionisti, clienti e dipendenti vengono trattati con i giusti riguardi. Si comporta in modo eticamente corretto. E sebbene molti money manager tagliano la voce “rispetto” dai loro investimenti, altri sostengono che quella stessa voce faccia parte dei fattori su cui puntare.

Certo e’ che il rispetto “richiede molto tempo per esser costruito ma poco per esser distrutto”, ha sottolineato John Roberts, portfolio manager di Denver Investments. Un altro esempio degno di nota e’ rappresentato da GE. Da quando la classifica di Barron ha preso il via dopo il 2005, la conglomerata ha continuato a perdere terreno rispetto alla prima edizione, quando si era aggiudicata il primo posto. E se nel 2009 si era fermata al 43esimo gradino, quest’anno precipita al 74esimo posto. Wells Fargo, dal canto suo, e’ passata alla posizione 49 da 21. ConocoPhillips a 46 da 28, pur continuando ad essere rispettata dagli intervistati. Meglio e’ andata quest’anno a Google (all’ottavo posto da 23) e Qualcomm (a 28 da 53).