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Groupon: dopo il no a Google scommette sul mercato italiano

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Da Chicago direttamente all’Italia senza nemmeno passare per Mountain View. E’ questa la strada che Groupon ha deciso di percorrere voltando le spalle a Google.

Anche nella Penisola infatti si puo’ navigare sulla versione tricolore del sito www.groupon.it per trovare ogni giorno opportunita’ di acquisto a prezzi stracciati (di solito 50% di sconto su ristoranti, palestre, hotel, regali etc etc). Il business e’ evidentemente ghiotto e non a caso il motore di ricerca americano n. 1 era disposto a mettere sul piatto quasi $6 miliardi, in teoria la sua maggior acquisizione.

Invece, si direbbe che a Andrew Mason, il 30enne fondatore di Groupon, piaccia l’indipendenza. I numeri potrebbero dargli ragione: la sua creatura e’ una delle aziende con il tasso di crescita a piu’ rapida espansione al mondo e ha all’attivo $500 milioni di vendite annuali. Un risultato raggiunto molto piu’ in fretta di quanto la stessa Google o Amazan o Yahoo seppero fare ai loro albori.

Certo, dicendo no a Google il gruppo non ha una base finanziaria e una distribuzione locale che avrebbe raggiunto unendosi al piu’ grande motore di ricerca del mondo. “Possono anche dominare la scena in quello che fanno, ma a quel prezzo avrei venduto”, ha osservato a Bloomberg Ira Weiss, professore alla University of Chicago Booth School of Business. Ma evidentemente la cifra non era sufficiente per Mason, che lascio’ una casa di registrazioni musicali di Chicago e un master in public policy, per avviare il suo sito web.

La strategia di Mason sembra replicare quella del numero uno di Facebook, Zuckerberg; la scommessa e’ che Groupon avra’ piu’ successo sulle proprie gambe che non su quelle di piu’ grandi e forti proprietari. “Prima di dire ‘devi essere un pazzo per rifiutare un’offerta da $6 miliardi’ bisogna considerare che tipo di persona sta prendendo quel tipo di decisione”, ha spiegato a Businessweek Matt Moog, un imprenditore di Chicago che porto’ in borsa la sua start-up (CoolSavings) nel 2000 per poi venderla a privati investitori. “Andrew e’ un ragazzo in gamba. Ha chiaramente una chiara visione di dove sta andando”, ha aggiunto.

Se il destino sara’ simile a quello del social network n.1 al mondo chi potrebbe dare torto a Mason? Facebook oggi vale – almeno secondo SharePost – $40 miliardi e ha anch’esso all’attivo un “no” a un’offerta da $1 miliardo che arrivo’ da parte di Yahoo anni fa.

Fondato nel 2008, Groupon ha raggiunto i 35 milioni di utenti registrati e uno staff composto da 3000 persone, la maggior parte delle quali attive nel commerciale (molti hanno circa 20 anni e alcuni di loro sono sceneggiatori tv, per ideare le descrizioni piu’ attraenti dei prodotti e servizi in vendita sul sito). Sono oltre 300 i mercati locali cui il gruppo garantisce la consegna di coupon con l’affare del giorno.

Mason “ha una visione speciale del commercio locale. E’ riuscito a identificare un modello di business sostanzialmente unico permettendo agli operatori piu’ piccoli di avere accesso ai suoi consumatori”, ha spiegato Yuri Milner, fondatore di Digital Sky Technologies, uno dei venture capitalist che ha investito in Groupon. La mossa vincente? Credere, e agire di conseguenza, che se i dipendenti si divertono nel promuovere affari indirizzandoli direttamente agli utenti, gli utenti stessi avranno piacere nell’effettuare il relativo acquisto.

Dopo aver mandato in fumo le speranze di Google (e dei suoi fondatori Sergey Brin e Larry Page e del numero uno Schmidt) Mason potrebbe decidere l’anno prossimo se quotare in Borsa o meno la sua azienda magari sfruttando “l’appetito degli investitori per le Ipo di societa’ tecnologiche”, ha dichiarato a Businessweek Lise Buyer, fondatore di Class V Group, societa’ di consulenza per le Ipo con sede in California. “Il mercato delle Ipo e’ in salute per quelle aziende che hanno dato prova di avere un modello di business funzionante; e Groupon ce l’ha”, ha aggiunto Buyer. Su 55 gruppi tech sbarcati a Wall Street quest’anno, 40 sono scambiati al di sopra del prezzo di quotazione, stando ai dati pubblicati la settimana scorsa da Pacific Crest Equity Capital Markets Group.

Non tutti sono cosi’ ottimisti. Per Martin Tobias, AD della rivale Tippr.com di Seattle, Groupon avrebbe dovuto accettare l’offerta Google. “Credono che la luna di miele continuera’ per sempre. Ho visto come queste cose si raffreddano velocemente”, ha dichiarato.