Bologna – Beppe Grillo aveva già messo le mani avanti: «Tanto domani tutti i vostri giornali scriveranno che è stato un flop». L’ autoavveratasi profezia, il giorno dopo l’adunata di Parmache in qualche modo ha rilanciato l’attività del Movimento 5 Stelle in vista delle politiche della prossima primavera, lo ha fatto irritare: sul suo blog e sui social network ha pubblicato foto del suo pubblico. Per far vedere che l’afflusso è stato a suo avviso positivo, nonostante gli organizzatori dell’iniziativa se ne aspettassero almeno il doppio. Ma più dell’attesa stroncatura mediatica, Grillo pare arrabbiato con Giovanni Favia, suo ex pupillo, apripista dei successi elettorali del movimento, il consigliere regionale che con un fuori onda ha denunciato la mancanza di democrazia interna al movimento.
Nella sua iniziativa parmigiana Grillo lo ha ignorato, ha dribblato le domande sul suo conto e lo ha tenuto in castigo non facendolo salire sul palco. In compenso giornalisti e telecamere lo hanno rincorso per tutta la piazza. Così è arrivato un nuovo fulmine. Nessun riferimento diretto, anche perchè Grillo ha potuto constatare direttamente che il giovane consigliere regionale gode, nonostante la sua ‘sfiducia’, ancora la stima dei militanti. Ma sul suo blog ha postato una riflessione che è subito sembrata cucita addosso a Favia.
«In Italia – ha scritto – chi viene eletto diventa subito una star. Gli mettono dei microfoni sotto il naso, lo intervistano in televisione, piazzano la sua foto sui giornali e chi prima faceva tutt’altro diventa un politico che si occupa di questioni come il concetto di democrazia, il principio di rappresentanza, l’eterogenesi dei fini. Gli sfugge, dimentica, nell’ebbrezza della raggiunta visibilità che l’unico compito che gli è stato attribuito è di svolgere le sue funzioni in Comune, in Regione o in Parlamento in qualità di dipendente e di portavoce e applicare il programma concordato con i cittadini che gli pagano lo stipendio».
L’obiettivo è quello di tenere serrate le fila dei propri sostenitori, per non dilapidare un consenso, ancora saldamente a due cifre secondo i sondaggi, che permetterebbe lo sbarco in parlamento senza troppi problemi. Al di là della partecipazione ai suoi comizi-show, Grillo sa bene che la diretta proporzionalità fra piazze ed urne è un’equazione a tante incognite che non sempre funziona. Il sindaco di Parma, il grillino Federico Pizzarotti, ha anch’egli contestato i numeri della manifestazione, parlando di almeno tremila partecipanti, e ricordando che poco dopo sarebbero cominciate la partita del Parma ed il concertone benefico del Campovolo nella vicina Reggio Emilia.
Favia, dal canto suo, continua a ribadire che lui fa parte del movimento, s’impegnerà nelle sue battaglie, ma non vuol tornare a parlare dei temi della democrazia interna per timore di strumentalizzazioni. Ma si limita ad osservare, con un tweet, che dopo l’iniziativa è andato a cena con gli attivisti parmigiani e di altre città. E ringrazia tutti «per gli abbracci e le strette di mano». Anche per far capire a chi lo accusa da quale parte sta una bella fetta del mondo a 5 stelle.
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