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GREGGIO: ALLE STELLE SUI TIMORI DI UNA MAXIDOMANDA

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(ANSA) – ROMA, 3 mar – Il petrolio torna a volare e si riporta alla stelle, sfiorando i record storici dell’autunno scorso: dopo aver iniziato la settimana in tensione le quotazioni dell’oro nero oggi hanno segnato un nuovo sprint, portandosi a New York fino a 55,20 dollari al barile, livello vicinissimo ai massimi di tutti i tempi toccato il 25 ottobre scorso a 55,67.

E, dall’altra parte dell’oceano, il brent – il greggio di riferimento europeo – ha messo a segno il suo record storico: 53 dollari per barile, una quotazione mai toccata dall’avvio delle contrattazioni dei future nell’88. A spingere le quotazioni giocano i timori degli operatori per una domanda che, spinta dalla ripresa americana e dalla forte richiesta della Cina, quest’anno potrebbe non essere coperta dall’offerta mondiale. La domanda di benzina, inoltre, nell’ultimo scorcio di febbraio ha registrato un aumento di 973 mila barili a 224,5 milioni.

Una serie di elementi strutturali sui quali – come ormai consueto – si è inserita anche una forte spinta speculativa, sottolineano gli analisti ricordando che la maggior parte degli scambi petroliferi è ormai dominata da operatori di mercato, fondi ed investitori istituzionali. I riflettori tornano così a puntarsi – in questa fase di ritrovata emergenza-prezzi – sull’Opec.

Ed in particolare sul prossimo vertice dei Signori del Petrolio, fissato per il 16 marzo a Isfahan in Iran dal quale, tra le altre cose, è attesa una decisione anche in merito alla nuova forchetta di riferimento dei prezzi annunciata dall’organizzazione. Congelato il range 22-28 dollari nell’ultimo incontro del mese scorso, il Cartello ha infatti annunciato che rivedrà i suoi prezzi di riferimento, lasciando intendere la possibilità di un incremento della forchetta di 4-5 dollari al barile.

Sul fronte interno, intanto, la ripresa delle quotazioni petrolifere potrebbe presto scaricarsi sui prezzi. A cominciare dalla benzina ed il gasolio: i petrolieri hanno annunciato nei giorni scorsi che non avrebbero messo mano ai listini, dopo l’aumento dell’accisa deciso dal governo per finanziare il piano anti-smog.

Ma hanno tenuto a precisare che avrebbero seguito l’andamento internazionale delle quotazioni. Come dire: a fronte della nuova rincorsa della materia prima, c’é da attendersi – se il trend rialzista non dovesse rientrare – una nuova ondata di rincari sui carburanti. E non solo. Complice anche il maltempo che ha investito l’Italia, in queste settimane gli impianti di riscaldamento stanno andando a tutto gas.

Con un impatto che potrebbe non essere leggero sui conti di fine anno. Come oggi ricordato anche dai consumatori dell’Adoc secondo i quali l’aggravio per le famiglie italiane, nel caso in particolare di quelle del Meridione, potrebbe arrivare anche a sfiorare i 120 euro rispetto all’anno scorso. Un bilancio che potrebbe essere aggravato ulteriormente in caso di nuovi aumenti dei combustibili, gasolio in prima linea.(ANSA).