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GREENSPAN: MARTEDI’ TESTIMONIA AL SENATO

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Martedi’ alle 10:00 (ore 16:00 italiane) e’prevista la testimonianza semestrale di Alan Greenspan sulla politica monetaria USA al Senato americano (la “Monetary Policy Testimony”, in passato anche chiamata “Humphrey-Hawkins Testimony”).

Nelle ultime tre settimane sia la Federal Reserve che la Casa Bianca hanno cercato di stimolare l’economia, ma i media finanziari continuano a parlare di un rischio di possibile recessione.

Alan Greenspan, il presidente della Fed, dal canto suo ha gia’ indicato che la crescita dell’economia americana per il primo trimestre dell’anno e’ probabilmente molto vicino allo zero e ha suggerito che la variabile cruciale e’ la fiducia dei consumatori.

L’economia ha quindi due possibili vie da seguire: una ripresa veloce, se il rallentamento e’ limitato – come sembra – a un eccesso di scorte e alla relativa correzione, o a un protratto periodo di calo se la fiducia dei consumatori continua a erodersi.

La testimonianza al Senato sullo stato dell’economia prevista per martedi’ mattina e’ quindi attesa con attenzione dagli investitori perche’ comprende le previsioni ufficiali della Fed sulla crescita, l’inflazione e la disoccupazione.

“Se la Banca centrale prevede una ripresa nella seconda parte dell’anno”, ha commentato Mark Vitner di First Union “maggio segnera’ l’ultimo allentamento dei tassi”.

Secondo la banca d’affri Bear Stearns, la Fed prevede una crescita dell’1,5%-2% per tutto il 2001, il che implica una modesta ripresa per la seconda parte dell’anno.

I mercati finanziari e gli economisti prevedono quindi un’ulteriore mossa della Fed per abbassare i tassi d’interesse: mezzo punto percentuale all’incontro di marzo e almeno un altro taglio a maggio o a giugno.

Una riduzione dei tassi facilita con il tempo il prestito bancario per le societa’ e i cittadini, e rassicura i mercati sulla volonta’ della Fed di prevenire una recessione.

Gli occhi del mercato sono puntati anche sui vari dati economici di gennaio, a iniziare dalle vendite al dettaglio – che sono previste in aumento dello 0,7% (comunicato previsto per martedi’ alle 8:30, 14:30 ora italiana).

“Non so se quei dati ci aiuteranno a capire dove stia andando l’economia”, ha pero’ commentato l’economista di First Union, ” poiche’ sono influenzati dal tempo”.

Tra i dati che trarranno beneficio dalle temperature clementi di gennaio, la produzione industriale (comunicato previsto per il 16 febbraio) – probabilmente piatta per il primo mese dell’anno – e la costruzione di nuove case – che nel primo mese dell’anno dovrebbe rimanere a 1,57 milioni di unita’ (comunicato previsto per il 16 febbraio).

Poiche’ l’inflazione non sembra essere un problema, al momento, l’indice sui prezzi alla produzione – che verranno annunciati venerdi’ mattina dal dipartimento al lavoro e che dovrebbe essere in aumento dello 0,2% – non otterranno invece molta attenzione da parte degli investitori.

Due annunci del settore produttivo potrebbero essere importanti: l’indice della Fed di Philadelphia che dovrebbe migliorare leggermente in febbraio e le scorte di dicembre.

Nonostante i dati siano vecchi sono vitali per capire il modo in cui le societa’ reagiscano alla riduzione della domanda.

Vitner crede che le scorte di dicembre implicheranno la revisione del prodotto interno lordo del quarto trimestre dall’1,4% a qualcosa leggermente superiore allo zero.

“Potremmo essere in una recessione in crescita” ha commentato l’economista di First Union – cioe’ in una fase in cui l’economia e’ ancora in crescita, ma a livelli cosi’ bassi che sembra una recessione – e potrebbe durare per mesi.

“Con il mercato azionario all’insegna dell’orso che pesa sulle spese dei consumatori, e con un eccesso d’investimenti che frena la spesa delle aziende, potrebbero passare 18 mesi prima che l’economia si riprenda”, ha concluso Vitner.