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GREENSPAN E IL TIMING SUL CROLLO IMMOBILIARE

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La risposta del governo americano alle difficoltà di Fannie Mae e Freddie Mac è stata “cattiva” ma “inevitabile: non c’erano argomenti credibili per salvare Bear SteaRns e non Freddie e Fannie”.

La diagnosi é di Alan Greenspan, ex presidente della Fed, secondo il quale i prezzi delle case negli Usa toccheranno il proprio minimo e si stabilizzeranno nella prima metà del 2009. E questa “é una condizione necessaria per mettere un punto alla crisi in atto”.

In un conversazione con il Wall Street Journal, Greenspan invita il governo a evitare tasse o politiche che possano incoraggiare la crescita delle nuove costruzioni, perché così facendo non farebbe altro che ritardare il tanto desiderato giorno in cui i prezzi delle abitazioni raggiungeranno il minimo.

“L’iniziativa più efficace, ma politicamente difficile, sarebbe quella di ampliare le quote di immigrati qualificati”, cioé che guadagnano abbastanza per poter acquistare una casa. La ricetta di Greenspan si basa quindi sull’incoraggiare la nascita di nuove famiglie, così da far aumentare la domanda di abitazioni. Il numero di nuove famiglie cresce annualmente di 800.000 unità di cui un terzo composte da immigrati. “Circa 150.000 di queste sono classificate come qualificate. Raddoppiare o triplicare questo numero – spiega – accelererebbe l’assorbimento di case invendute e aiuterebbe a far stabilizzare i prezzi”. Per quanto riguarda Fannie Mae e Freddie Mac, Greenspan si dimostra coerente: già in passato infatto aveva as[ramente criticato il modello di Fannie e Freddie, sottolineando che rischiava di mettere in pericolo la stabilità finanziaria degli Usa.