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Grecia in svendita: tagli a pensioni e stipendi, nuovi licenziamenti

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Atene – Alla Grecia servono sei miliardi di euro entro la fine dell’anno per coprire i buchi del bilancio 2011 ed evitare il tracollo. Per questo il ministro delle Finanze, George Papaconstantinou, si appresta a presentare nei prossimi giorni un nuovo pacchetto di pesanti misure economiche che dovrebbero salvare i conti.

Il piano, oltre a nuovi tagli a stipendi, pensioni e sussidi sociali, prevede la chiusura di molti enti statali con il conseguente licenziamento del personale, il blocco dei rinnovi per i contratti di lavoro a termine in scadenza, il congelamento delle assunzioni nel settore pubblico e la privatizzazione entro il 2011 di alcune società pubbliche come l’Ote, la società greca per la telefonia, la Deh, la società per l’elettricità, ed altre.

Il governo, volendo promuovere la privatizzazione di queste aziende con la massima urgenza, ha già annunciato nei giorni scorsi la nomina di nove consiglieri di Stato che avranno il compito di registrare tutti gli immobili dei diversi ministeri, la definizione del loro status legale e di proprietà per poter realizzare una stima del loro valore sul mercato. Le misure contenute nel primo piano di riequilibrio dei conti hanno provocato – così come in Spagna 1- manifestazioni e proteste in tutto il paese.

La Bce, inoltre, ha fatto sapere che, nel caso in cui la Grecia ristrutturasse il proprio debito pubblico, non accetterà più i titoli di stati ellenici a garanzia della liquidità che l’Eurotower fornisce alle banche, in particolare a quelle greche, nelle operazioni di pronti contro termine. L’orientamento, annunciato ieri da Juergen Stark, membro del comitato esecutivo Bce, è stata confermato stamattina da un portavoce dell’Eurotower ed è legato anche al timore che l’eventuale esempio greco possa essere seguito da altri paesi in difficoltà.

Attualmente la Bce ha derogato alla sua regola del rating minimo per le obbligazioni elegibili come garanzie e accetta anche i titoli di stato greci, che presentano un merito di credito da bond “spazzatura” su cui viene applicato un taglio al loro valore (il cosiddetto haircut).

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