Nello stringere un accordo per correre in soccorso della Grecia, i leader dell’Unione Europea hanno cosi’ creato un precedente storico, cui potranno rifarsi gli altri Paesi alle prese con un deficit di bilancio di dimensioni allarmanti, come il Portogallo.
Lo ha detto ai microfoni dell’emittente Cnbc Usa il chief economist per l’Europa di Goldman Sachs: “se fossi nei panni del ministro portoghese delle Finanze e avessi bisogno di un aiuto simile, avrei ottimi motivi per pretendere lo stesso trattamento”.
Ora che i leader della Ue hanno trovato un accordo per aiutare la Grecia a ridurre il debito, faranno fatica a dire di no alle altre economie della zona euro che si trovano nella medesima difficile situazione.
I problemi con cui Atene e’ alle prese sono piu’ gravi di quelli degli altri Paesi e inoltre sono stati intensificati dal fatto che la Grecia non abbia detto tutta la verita’ sullo stato dei propri conti. Nielsen ritiene che Atene non sara’ in grado da sola di portare a compimento l’austero piano di ristrutturazione del debito, che prevede una riduzione del deficit pubblico dal 12.7% attuale al 3% entro la fine del 2012.
Prima che l’accordo venisse raggiunto, il presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet aveva dato la sua approvazione ufficiale al piano, definendolo la strada giusta da percorrere. Resta ancora da vedere se i finanziamenti dell’Ue saranno contingenti al piano originale o meno.
“Penso che richiederebbe una stretta e dei cambiamenti altrettanto radicali e, fatto ancora piu’ importante, per implementare riforme di questo tipo bisogna avere un sistema costituzionale piu’ solido di quello su cui possono invece contare i greci”, ha osservato sempre Nielsen.
“Fissando un obietivo troppo ambizioso e in qualche modo irrealistico, corrono pertanto un rischio, ma ovviamente quando c’e’ una crisi e’ meglio avere ambizioni molto alte in modo da realizzare una riforma veramente completa”.
In Grecia intanto i sindacati hanno organizzato una serie di scioperi e proteste conto il piano di ristrutturazione, che tra le altre misure prevede il congelamento degli stipendi per gli impiegati statali e un innalzamento dell’eta’ pensionabile nazionale.
I bond del governo greco sono stati venduti a piene mani nel corso dell’ultima settimana, alimentando i timori di un contagio nella regione europea, con i governi di altri Paesi alle prese con deficit di bilancio superiori alla norma che hanno registrato un incremento del costi per raccogliere denaro tramite l’emissione di bond.
Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz ha accusato pubblicamente gli speculatori per aver esacerbato la situazione, aggiungendo che la Grecia e’ stata “vittima di un attacco sferrato dai mercati finanziari”.
Nielsen pero’ non concorda con l’opinione dell’economista e infatti ha dichiarato nell’intervista che non c’e’ nessuna prova a dimostrazione che i movimenti dei mercati siano stati dettati da attivita’ speculative. Tuttavia Nielsen ha riconosciuto che senza dubbio gli investitori a lungo termine hanno venduto i bond greci originando ulteriori pressioni sulle spalle dell’Unione Europea.