Altro che
record dei record, è stato
solo un bluff: “Offerti dieci
milioni di dollari (quasi
diciannove miliardi di lire)
per comprare l’indirizzo
Internet
“www.year2000.com”,
aveva annunciato, con grande enfasi e malcelata
soddisfazione, la casa d’aste online eBay. In realtà non è
così, l’offerta non esiste, chi l’ha fatta è solo un burlone che
si è preso gioco degli esperti informatici e della stampa
specializzata di mezzo mondo: “Sì, è vero, ci siamo
insospettiti, abbiamo verificato e scoperto che era solo uno
scherzo. La cifra non era vera, l’acquirente non esisteva,
scartabellando negli archivi abbiamo visto che la stessa
persona che aveva offerto i dieci milioni di dollari sul nostro
sito in passato aveva messo a segno scherzi del genere”,
ha dovuto ammettere oggi, a mezza bocca, Kevin
Pursglove, portavoce di eBay, bazar delle vendite più
famoso e fornito del mondo, spazio per gli acquisti dove si
vende, si compra e si offre – tra polemiche e scandali,
come quando mesi fa fu messo all’incanto un rene – di
tutto, dai quadri ai libri, dalle pistole ai gadgets, dalla
hascisch ai souvenir dell’ultima battaglia ambientalista di
Seattle.
L’indirizzo, attualmente, porta a uno dei siti più celebri del
millennio passato, quello di Peter de Jagher, l’esperto
informatico che tra i primi mise in risalto più di cinque anni
fa i rischi dal Millennium Bug. Un paio di mesi fa de Jagher
decise di vendere
l’indirizzo rivolgendosi a
eBay. “Ora non mi aspetto
più nulla”, ha commentato,
con un sorriso amaro,
appena saputa la notizia
della grande burla.
“L’offerta più alta e sulla
quale non abbiamo dubbi dopo aver effettuato delle
verifiche è di 2,1 milioni (circa quattro miliardi di lire)”,
spiegano comunque dalla casa d’aste, che in realtà agisce
soltanto da intermediario tra il venditore e l’acquirente. Che,
in questo caso, è assolutamente top secret, come il
burlone: “Non possiamo dire nulla in merito”, tagliano corto
da eBay. Una bella cifra, comunque, quella offerta dallo
sconosciuto acquirente, ma lontana dal record assoluto in
questa speciale e nuova campagna acquisti degli indirizzi
più appetibili: 7,5 milioni di dollari (più di quindici miliardi di
lire ) sborsati dalla società eCompanies per assicurarsi il
dominio inseguito da mezzo mondo, e cioé
“www.business.com”.