Economia

Governo vaglia misure taglia debito con privatizzazioni

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I ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico stanno studiando la creazione di un veicolo in cui far confluire le partecipazioni da privatizzare. Il fine ultimo sarebbe quello di rendere più ambizioso l’intero programma di cessioni di partecipate, che per l’anno in corso ha un target fissato allo 0,5% del Pil, cioè circa 8 miliardi di euro. E, in ultima analisi, ridurre il debito pubblico.

Il governo Gentiloni lavora su due fronti. L’altro è quello della manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro, pari allo 0,2% del Pil, che hanno chiesto le autorità della Commissione europea al fine di correggere la traiettoria del gigantesco debito italiano.

Secondo quanto si legge sul quotidiano La Stampa il progetto taglia debito tramite un’accelerazione delle privatizzazioni “fa il paio con il previsto ampliamento dei poteri speciali antiscalata che l’esecutivo sta mettendo a punto. L’aggiornamento della disciplina dei golden power consentirebbe di mettere sul mercato anche societa’ finora rimaste fuori dal perimetro delle privatizzazioni, che per quest’anno prevedono l’ipo delle Frecce di Ferrovie e la cessione di un secondo pacchetto di Poste Italiane” .

Secondo quanto risulta al quotidiano:

“Gli approfondimenti sono in corso ma sarebbero già state individuati alcuni nuovi asset che potrebbero rientrare nel progetto del veicolo tagliadebito, a partire dalle tre banche ancora dello Stato: il Credito Sportivo, la Banca del Mezzogiorno (appena passata da Poste a Invitalia) e la banca per l’agricoltura Ismea”.

Ricordiamo che il rapporto tra debito e Pil, che si è attestato nel 2016 al 132,6%, in aumento rispetto al 132% del 2015. Mentre un lieve miglioramento è stato rilevato dal rapporto deficit/Pil, che si è attestato nel 2016 al 2,4%, a fronte del 2,7% del 2015.  In quest’ultimo caso, il dato è in linea con le stime dell’esecutivo, ma non risulta sufficiente ad accontentare Bruxelles, che ha sollecitato il governo a intervenire, pena l’avvio di una procedura per deficit eccessivo, la quale finirebbe per avere un costo più alto dei 3,4 miliardi di euro della manovra correttiva.