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(WSI) – «Avete voi i garretti, i muscoli, i polmoni per ereditare e tramandare le glorie di un impero?» chiedeva il Duce. Così, deciso a mostrare a Piero Marrazzo i bicipiti delle sue truppe, Francesco Storace ha schierato tra i suoi candidati anche la gajarda campionessa mondiale di fitness.
Si chiama Silvia Scaglione, è una romana di un metro e 64, ha i capelli biondo-Nevada pettinati alla Flamingo Road e sul suo sito Internet straripa da microscopici costumini in un luccicar oleoso di dorsali e pettorali, flessori e peronei. Dal fascio littorio ai fasci muscolari. Del suo Governatore, che fisicamente si colloca tra il parallelepipedo e Ursus, il cattivissimo del film West & soda , la culturista non può dire che sia un campione palestrato. Ma lei, che si dichiara on line «disponibile per esibizioni e personal trainer » ed è fiera di avere «un corpo sodo e armonioso» con una diavolessa tatuata sul gluteo, lo ama lo stesso: «Lui è del fitness dei fatti». Cioè? «Quel che dice, fa». Studentessa di legge, appassionata lettrice di «testi di diritto» e «articoli sull’alimentazione», spiega in un video on line che bisogna votare il Presidente nazional alleato perché «si tratta di un uomo che ha fatto fatti e non ha fatto parole e quindi il mio supporto è un modo per supportare lui».
Per puntare all’elezione e diventare, un giorno o l’altro, l’assessore allo sport, si è fatta affiggere dunque per tutta Roma in un manifesto che resterà indimenticabile. Dove guarda i passanti con l’aria di una Fata Turchina in versione vamp, con gli orecchini tzigani e lo sguardo ammaliatore. Auguri.
E’ la new politica, baby. Basta con le Tine Anselmi e le Franche Falcucci, le Terese Noce e le Rite Montagnana che per carità, magari erano intelligenti ma, mioddio!, che razza di tailleur portavano! Basta con le donne che facevano dire a Pitigrilli che «femminista è la donna che non avendo successo come donna cerca di averne come uomo».
Nella scia profumata e sexy di Stefania Prestigiacomo, Gabriella Carlucci e Daniela Santanché, pasionarie col tacco a spillo della nuova era, s’avanzano sui muri di tutta Italia decine e decine di candidate-Vogue. Accompagnate a volte da slogan birichini come quello che Silvio Berlusconi, con un goliardico colpo di genio, inventò un bel giorno per Viviana Beccalossi, la bionda leonessa bresciana di An: «Viviana, fagliela vedere!» Sia chiaro: non è un fenomeno solo nostrano. Anzi. Irene Saez, una stupenda modella venezuelana che aveva vinto il titolo di Miss Universo ed era diventata così popolare da essere riprodotta in una bambolina tipo Barbie venduta in decine di migliaia di esemplari, riuscì non solo a farsi eleggere sindaco di un importante municipio di Caracas ma perfino a tentare la conquista della presidenza.
L’estone Carmen Kass, diventata famosa per lo spot J’adore di Dior dove era una sirena che si immergeva in una piscina d’oro liquido, s’è candidata alle ultime Europee nelle liste del partito moderato Res Publica puntando a uno dei sei seggi a disposizione della Repubblica baltica. E Anke Vandermeersch, una splendida figliola già Miss Belgio, si presentò pochi anni fa col partito liberale fiammingo promettendo ai concittadini, in caso di elezione: «Poserò tutta nuda su Playboy ».
Macché: trombata. Come prima erano state trombate le altre. Appresa la lezione, le nostre sono rimaste alla larga dalle foto osé. Lasciando che nel nudo, non proprio scultoreo, si avventurasse solo un maschio, l’avvocato Carlo Rienzi, il leader della Lista dei Consumatori che campeggia sotto uno slogan immortale: «Abbassiamo i prezzi, non le mutande!». Per carità. Meglio una scollatura, un pizzo vedo-non-vedo, un vestitino ridotto. O un semplice sorriso. L’ammiccamento, si sa, può essere più fruttuoso. Non diceva forse Shakespeare che «la bellezza da sola basta a persuadere gli occhi degli uomini, senza bisogno di oratori»?
E così, ecco che a Napoli una bella guagliona bionda in corsa per il partito di Rutelli sfida le ire di Luca di Montezemolo imitando il logo della casa di Maranello con lo slogan: «La Margherita ha un nuovo motore: Ferrari Maria Teresa». E a Frosinone la bella e prosperosa Lucia Alonzi, che il sito di Storace esalta come la più giovane candidata del Lazio, punta l’obiettivo tutta di profilo, col maglioncino che cala malizioso sulla spalla, ben decisa a mostrare ai vecchi camerati nostalgici del balcone che il futuro è dei balconcini. Per non dire di Catia Mazzucco, una moretta che alle comunali di Minturno si presenta in abito bianco e grondante d’oro reggendo amorosa tra le braccia un barboncino: «Votatemi, vinceremo insieme». Cioè, par di capire, lei e il cagnetto.
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