* Fabrizio Tedeschi e´ editorialista di Panorama Economy. Consulente di grandi banche e gruppi finanziari, per otto anni e´ stato responsabile della Divisione Intermediari della Consob a Milano.
(WSI) – La new economy tenta di entrare nelle modalità di collocamento e rischia
di provocare uno scossone forte a consolidati meccanismi di mercato.
Finora tutte le quotazioni si erano basate sulle valutazioni degli
intermediari, che in qualche modo le imponevano al mercato. Google, fedele alla tradizione di
libertà e di partecipazione di Internet, ha deciso di adottare un
sistema inusuale che lascia ai sottoscrittori la fissazione del prezzo
di collocamento.
La cosa presenta rischi non indifferenti, perché
l’euforia di operatori non esperti potrebbe determinare un prezzo
elevato, tale da porre fuori mercato il titolo. Ma è il massimo livello
possibile di democrazia economica diretta. Il sistema è molto complesso
nella sua gestione per i grandi numeri che comporta, ma al contempo è
semplice.
La società che desidera quotarsi chiede agli investitori a quale prezzo
siano disponibili ad acquistare le azioni. Dopo aver raccolto tutte le
proposte (che possono essere una miriade, perché basta comprare cinque
azioni), il prezzo del collocamento è quello al quale tutte le azioni
sono vendute. Il consorzio di collocamento o i suoi capifila hanno
sempre la facoltà di ridurre il prezzo, qualora ritengano che non
incontrerà il favore del mercato in una fase successiva.
È il massimo
della democrazia diretta, perché il prezzo è fatto dall’acquirente
finale saltando la mediazione di perizie, intermediari e analisti. Con
la garanzia di una revisione dell’intermediario solo in riduzione quando
ritenga il prezzo troppo elevato. Una volta chiusa l’operazione nessuno
potrà lamentarsi, perché ognuno ha avuto le azioni al prezzo che egli
stesso ha indicato e, nella maggior parte dei casi, addirittura
inferiore. Di conseguenza ognuno è responsabile del proprio profitto o
perdita.
Un sistema come questo presenta vantaggi e svantaggi, come
sempre. Un primo risultato è quello di ridurre dell’1% il costo minimo
del collocamento, con qualche intermediario che ha ritirato la propria
adesione. Inoltre, responsabilizza in misura molto forte gli
investitori. Ma il punto di forza è l’idea di un mercato aperto a tutti
con la presenza di un intermediario che può intervenire solo per ridurre
il prezzo dell’asta.
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