(9Colonne) – Washington, 14 giu – Google e il suo popolarissimo sito di video-sharing YouTube si preparano a partecipare da protagonisti alla campagna presidenziale 2008. L’azienda sta corteggiando i candidati in molti modi: li invita a mettere i loro video su YouTube, ad acquistare spazi pubblicitari su Google, a fare visita al Googleplex, il quartier generale di Google situato a Mountain View, e a rilasciare interviste esclusive. Il prossimo mese, Google/YouTube partiranno con una nuova iniziativa: co-finanziare un dibattito presidenziale. Ma non tutti vedono con favore questa incursione dell’azienda tecnologica nel mondo della politica: riuscirà Google a conciliare lo spirito civico con la ricerca del profitto? Gli executive di Google sostengono che il loro obiettivo è aumentare la partecipazione degli elettori e estendere il brand, ma secondo alcuni osservatori un’azienda tecnologica così potente non è la piattaforma migliore per promuovere la politica. Non credono, insomma, nella vocazione civica del motore di ricerca. “Vogliono essere leader in ogni campo”, dice Josh Bernoff, analista di Internet. Nella campagna presidenziale del 2008 si prevede una spesa record di un miliardo di dollari e probabilmente Google ne vuole una fetta. Circa 21 milioni di americani hanno visto un video politico online, secondo un sondaggio della Pew Internet & American Life Project, e anche se la tv è ancora il canale preferito per la politica, i dollari spesi su Internet cresceranno sempre di più.
Iscriviti alla Newsletter per rimanere sempre aggiornato sul mondo dei mercati, dell'economia e della consulenza finanziaria.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di iscrizione. Conferma la tua iscrizione facendo clic sul link ricevuto via posta elettronica.
Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi opzionali.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Ti potrebbe interessare
Le banche europee sono sulla strada per registrare una crescita zero dei prestiti per mutui ipotecari quest’anno a causa degli alti tassi di interesse, ma si prevede una ripresa giĂ a partire dal 2025. Mai un dato era stato così negativo da dieci anni (+ 0,2% nel 2014).
Le diseguaglianze tra Nord e Sud passano anche attraverso gli stipendi. La conferma arriva dall’ultima analisi dalla CGIA Mestre che, sulla base dei dati Istat e Inps, ha evidenziato nei salari annuali un gap medio del 35%.
Nell’accordo di rinnovo siglato a luglio, è stato definito un incremento economico in busta paga di 435 euro medi mensili, con il primo versamento di 300 euro a decorrere da settembre.