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Goldman Sachs: crisi ed esodo in massa dei dirigenti

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New York – Un vero e proprio esodo di dirigenti. E’ quanto sta sperimentando il colosso bancario americano Goldman Sachs, che negli ultimi mesi ha assistito a diverse defezioni, a un ritmo che non si vedeva da 13 anni. Motivo? La necessità della banca di tagliare i costi, in un momento caratterizzato dall’arrivo di una nuova regolamentazione sul settore e dal rallentamento dell’economia globale, che sta divorando i propri profitti. Tanto che, alla fine, anche i bonus non sono più quelli di una volta.

Gli ultimi rumor parlano della possibile dipartita dello stesso numero uno Lloyd Blankfein, che potrebbe lasciare Goldman questa estate. Blankfein è uno dei pochi amministratori delegati dei big di Wall Street, che hanno mantenuto la loro poltrona dopo la crisi finanziaria del 2008.

Ma a parte i rumor, sono molti i senior che stanno abbandonando Goldman Sachs: l’ultimo è stato Claim Howard Wietschner, 44 anni: la sua dipartita si unisce a quella di almeno altri 50 soci che hanno deciso di lasciare il colosso nell’arco degli ultimi mesi. Ed è anche il terzo addio delle ultime due settimane.

Altri nomi altisonanti che hanno lasciato l’istituto includono quelli di Jeffrey Moslow, 47 anni, responsabile della divisione di investment banking, e di Donald Mullen, 53 anni, responsabile dell’unità di credito e mutui. Ancora prima, agli inizi dell’anno, i co-responsabili della divisione di trading David Heller, 44 anni e Edward Eisler, 42 anni, hanno annunciato l’intenzione di ritirarsi.

Non si tratta di esodi che hanno a che fare solo con la crisi attuale. Goldman Sachs, riporta il New York Post, è sempre più nell’occhio del ciclone, accusata di aver contribuito alla crisi finanziaria. La sua reputazione è ai minimi da molti anni, ormai. Allo stesso tempo, sembra che quel vincolo di fedeltà fino a qualche mese fa vivo che aveva trattenuto molti dirigenti dall’ “abbandonare la nave”, ora non esiste più.