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Goldman Sachs ci ripensa: «E’ giunta l’ora di comprare i bond europei»

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Dopo 16 mesi Goldman Sachs cambia strategia di investimento e consiglia ai propri clienti di mettere in portafoglio le obbligazioni emesse dagli istituti bancari europei. Lo riporta Bloomberg.

Poco importa se il resto del mercato resta scettico sulla tenuta di questi gruppi, preferendo puntare sull’azionario. Nel breve termine costoro potrebbero avere ragione ma alla fine la crisi del debito sovrano si allentera’ spingendo al ribasso il costo con cui i vari gruppi bancari si finanziano. Cosi’ la pensano gli analisti della “piovra della finanza” tra cui Peter Oppenheimer e Sharon Bell.

A sostegno della sua tesi l’ufficio studi di Goldman Sachs cita “il restringimento degli spread” dei paesi periferici e il bilanciamento tra “le loro prospettive di crescita e i relativi utili nei prossimi anni sembra interessante”.

Finora Ubs, Deutsche Bank, Santander, tra le altre, hanno riportato solidi conti tanto che il presidente della banca spagnola Emilio Botin ha dichiarato che “il peggio della crisi e’ alle nostre spalle”. I titoli degli istituti stanno approfittando dell’andamento degli utili societari con guadagni in borsa nel breve termine – ha aggiunto a Bloomberg Suki Mann, strategist di Societe Generale – ma “i costi per finanziarsi restanno ancora molto alti”.

Le banche di Spagna, Italia e Grecia hanno guidato l’indice Bloomberg Europe Banks and Financial Services con un +16% da novembre. Le azioni della spagnola Banco Santander hanno corso del 23% mentre quelle di Unicredit del 25% ma nello stesso periodo hanno dovuto offrire premi record quando hanno emesso cover bond.

Gli operatori del mercato obbligazionario temono che gli istituti di credito siano costretti a perdite di oltre $2.000 miliardi su prestiti e altri asset in Grecia, Irlanda, Italia, Spagna e Portogallo. “Il punto cruciale e’ se le misure adottate in Spagna e nel resto dell’Europa funzioneranno o meno per fermare la crisi”, ha spiegato a Business Week Huw van Steenis, analista di Morgan Stanley.

E’ l’ottica di breve e lungo termine che fa la differenza. “Gli investitori dell’azionario sono generalmente focalizzati piu’ sul breve termine rispetto a coloro che punta sul reddito fisso. Questi ultimi tendono ad adottare un’ottica di medio-lungo periodo che porta con se’ una maggiore incertezza”, ha commentato all’agenzia stampa Usa Alexander Plenk, analista di Unicredit con sede a Monaco.