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GM: NUOVO PIANO PER IL RITORNO ALLA PROFITTABILITA’

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General Motors vara una nuova tornata di misure anticrisi e questa volta dimezza i dividendi agli azionisti e lo stipendio del numero uno del gruppo, Richard Wagoner, oltre a decidere ulteriori tagli sul fronte dei costi. La maggior casa automobilistica mondiale, nonostante le perplessità iniziali, accetta in gran parte le linee di risanamento proposte da Jerome (Jerry) York, il consulente di Kirk Kerkorian che è il terzo principale socio di Gm con il 9,9% del capitale.

La proposta di dimezzare il dividendo di 2 dollari, sulla base delle previsioni dell’esercizio 2006, è stata avanzata da York, manager con un’esperienza trentennale nel settore dell’auto (Gm, Ford e Chrysler) e da oggi pienamente operativo anche nel board di Detroit, con l’obiettivo di risparmiare 565 milioni di dollari in un momento di profonda crisi per l’azienda di Detroit.

“Sono decisioni difficili – ha spiegato Wagoner nel corso di una conference call – che comportano sacrifici per dipendenti, azionisti, pensionati e tutto il management. Ci stiamo misurando però con un profondo cambiamento del gruppo alle prese con una nuova sfida sui mercati globali, che richiede nuovi modi per ridurre i rischi finanziari e migliorare la competitività nel lungo termine.” Per raddrizzare i conti del 2005, pesantemente in perdita (per 8,6 miliardi di dollari), il colosso di Detroit ha reso noto la decurtazione del 50% della retribuzione del presidente e ad Wagoner e, più complessivamente, con percentuali diverse, anche dei top-manager del gruppo.

Negli ultimi esercizi, sulla scia della negativa performance del gruppo, i compensi di Wagoner sono stati tagliati su base volontaria del 40%, ma questa volta si è addirittura arrivati alla metà. La retribuzione dei vicepresidenti John Devine, Bob Lutz e Fritz Henderson è stata ridotta del 30%, mentre solo del 10% quella del vicepresidente esecutivo Thomas Gottschalk.

Al tempo stesso, la casa automobilistica ha approvato altri interventi di ristrutturazione dei costi pensionistici, oltre alla riduzione di 4,8 miliardi di dollari complessivi per la copertura degli oneri sanitari. Le azioni mirano al recupero delle perdite delle attività nordamericane, anche se lo stesso numero uno di Detroit ha ammesso che sul fronte del taglio dei costi “c’é ancora del lavoro da fare”.

Wagoner, nel corso della conference call sulle misure approvate, non ha fornito aggiornamenti sulla possibile vendita della quota di controllo di Gmac, il braccio finanziario del gruppo, e sulle trattative con Delphi, la ex consociata in amministrazione controllata. Ma, quanto a Gmac, le previsioni di mercato sono di una cessione a un prezzo di circa 11 miliardi. Il taglio del dividendo permette a Gm un risparmio di 565 milioni di dollari l’anno, considerato che il payout ammonta a 1,13 miliardi, due dollari per azione.

L’ultima volta che GM decise la riduzione dei dividendi risale al 1992. Attualmente la cedola offerta da General Motors è la più elevata fra le società che compongono l’indice Dow Jones, pari a un rendimento di oltre l’8,6%.