General Motors ha annunciato oggi di aver raggiunto un accordo con gli obbligazionisti, che con molta probabilita’ non salvera’ la casa automobilistica dal fallimento, ma dovrebbe contribuire ad accelerarne il processo di risanamento. Secondo i termini dell’offerta di concambio, i creditori entreranno in possesso del 10% del capitale della nuova societa’ che risorgera’ dalla procedura fallimentare e potranno inoltre esercitare un’opzione che consentira’ loro di acquistare una quota supplementare del 15%.
La proposta, stando a quanto riferito da GM, e’ stata approvata da un gruppo che rappresenta il 20% degli obbligazionisti non garantiti. “Il raggiungimento dell’accordo permettera’ alla nuova Gm di avere un bilancio sano e di proseguire verso una strada che sul lungo termine portera’ al successo e alla reddittivita’”, si legge in una nota diffusa dalla societa’ di Detroit. L’azienda ha pero’ avvertito gli obbligazionisti la quota in loro possesso potrebbe venire cancellata se non appoggeranno il piano di riorganizzazione entro sabato prossimo, giorno in cui e’ fissata la scadenza dell’offerta.
“Sebbene il comitato continui a esprimere la propria preoccupazione per il trattamento di favore riservato ai sindacati rispetto agli obbligazionisti, respingere questa offerta sperando di ottenere un risultato migliore in tribunale avrebbe rappresentato un rischio troppo alto, che il comitato non ha intenzione di correre”, ha dichiarato il gruppo in un comunicato. In precedenza gli obbligazionisti avevano bocciato un’offerta di concambio che prevedeva la conversione di ogni 1.000 dollari di debito in 225 azioni comuni, pari al 10% del capitale.
Shelly Lombard, analista di Gimme Credit, ritiene che anche la nuova offerta migliorata sia svantaggiosa per gli obbligazionisti se paragonata con quella presentata ai sindacati. Tuttavia al gruppo dei creditori non e’ stata data molta scelta in vista della scadenza, prevista per il primo giugno, dell’ultimatum imposto dal governo per presentare un piano di ristrutturazione completo. Il piano di risanamento prevede che in un primo momento il governo entrera’ in possesso del 72,5% del capitale della nuova GM, offrendo oltre 50 miliardi di dollari di finanziamenti nel corso della fase fallimentare.
Da parte sua, il sindacato della United Auto Workers otterra’ una quota del 17,5% della nuova azienda, con un’opzione per acquistare una quota supplementare del 2,5%, mentre la vecchia GM, di fatto di proprieta’ degli obbligazionisti non garantiti, avra’ in portafoglio il 10%. La nuova societa’, snellita grazie ai tagli di stabilimenti e marchi, avra’ un debito a lungo termine di 17 miliardi di dollari e 9 miliardi di azioni privilegiate. Tale cifra rappresenta un calo del 61% rispetto al debito attuale, pari a circa 67 miliardi di dollari. Solo 8 miliardi dei prestiti federali concessi alla casa di Detroit rimarranno iscritti nei libri contabili della nuova societa’. La somma rimanente verra’ convertita in azioni e titoli privilegiati della nuova GM.