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GLI INDICI USA CONTINUANO A MACINARE GUADAGNI

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Ancora una seduta in forte rialzo per le borse americane, trainate dal recupero del dollaro e dalle buone notizie provenienti dai fronti macroeconomico e geopolitico.

Il Nasdaq viaggia nettamente sopra i 1.600 punti. Il Dow Jones e’ a un passo dalla soglia psicologica dei 9.000. Ricordiamo che l’indice industriale non sfonda questa quota dal 2 dicembre scorso, quando nell’intraday tocco’ un massimo di 9.076 punti, per poi chiudere a 8.862.

Alle 18:00 italiane (le 12:00 ora di New York) al New York Stock Exchange erano stati scambiati 626 milioni di pezzi, mentre al Nasdaq ne erano passati di mano 1.082 milioni. Al Nyse i titoli in rialzo erano 2.323, contro 843 in ribasso, mentre al Nasdaq il rapporto era di 2.000 a 1.023. I nuovi massimi al Nyse erano 401, contro 3 nuovi minimi, mentre al Nasdaq il rapporto era di 299 a 4. L’indice della volatilita’ implicita VIX segnava un rialzo dello 0,65%, a 21,84 punti. Al mercato obbligazionario, il rendimento sulla scadenza a 10 anni (TNX), benchmark della categoria, si attestava al 3,44%, mentre quello sulla scadenza a 5 anni era al 2,37%.

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A maggio l’indice nazionale dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (ISM, ex NAPM) si e’ attestato a 49,4 punti, contro i 48,5 stimati e i 45,4 di aprile. Dopo la sorpresa positiva sul dato relativo all’area di Chicago, i numeri comunicati oggi fanno ben sperare per la ripresa del comparto. E’ importante sottolineare, pero’, che pur avendo battuto le previsioni l’Ism rimane ancora sotto la soglia dei 50 punti, demarcazione tra un settore manifatturiero in contrazione e uno in espansione.

Praticamente ignorati i dati sulla spesa per le costruzioni di aprile, che ha registrato un calo dello 0,3% contro il +0,2% stimato dal mercato.

Al mercato dei cambi, l’euro continua a perdere terreno nei confronti del dollaro. A determinare il recupero del biglietto verde sono ancora i commenti del presidente Bush, che la settimana scorsa, prima di partire per il vertice dei G8 in Francia, aveva affermato che Washington continua a favorire una politica di dollaro forte, in netto contrasto con le precedenti dichiarazioni del ministro del Tesoro, John Snow. Contribuiscono all’indebolimento della moneta del Vecchio Continente le attese per un taglio dei tassi UE di 50 punti base nella prossima riunione della Bce, in calendario giovedi’. Le prospettive di un allentamento della politica monetaria rendono meno appetibili i titoli denominati in euro.

Sul fronte internazionale, gli investitori hanno accolto con favore la notizia della cattura del n.1 della rete terroristica Al-Qaeda in Arabia Saudita.

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