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GIOVEDI’ FAZIO DAVANTI AI MAGISTRATI DI MILANO

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(WSI) – Dalle stanze di Palazzo Koch a quelle di Palazzo di Giustizia di Milano. Per Antonio Fazio, ex numero uno di Bankitalia, è uno dei momenti più difficili: giovedì prossimo verrà interrogato dai magistrati milanesi che conducono l´inchiesta Antonveneta. Fazio è indagato con le accuse di insider trading e concorso in aggiotaggio. Proprio come l´ex capo degli ispettori di Bankitalia, Francesco Frasca, che sarà sentito domani dai pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti.

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L´interrogatorio di Frasca e di Fazio segna la chiusura delle indagini sul troncone dell´inchiesta Antonveneta che si occupa del reato di aggiotaggio. Presto, intorno a metà aprile, i pm dovrebbero notificare l´avviso di conclusione delle indagini e depositare il materiale raccolto (e ancora inedito). Prima, però, è stato compiuto un giro di interrogatori di indagati e testimoni, decine di persone, fino appunto ad Antonio Fazio. Proprio per definire la posizione dell´ex governatore i magistrati hanno voluto prima sentire – come persone informate sui fatti – figure di primo piano del panorama finanziario: Gilberto Benetton, Ennio Doris e Cesare Geronzi. Con le loro testimonianze si è cercato di chiarire quando sia partito il concerto per la scalata Antonveneta; un elemento essenziale per stabilire l´eventuale ruolo di Fazio.

In particolare i pm hanno chiesto a Benetton, Doris e Geronzi di che cosa avessero parlato durante le loro visite al numero uno della Banca d´Italia alla fine del 2004. È vero, come ipotizza l´accusa, che Fazio già allora dimostrò di conoscere – e condividere – il piano di Fiorani? Benetton e Doris all´epoca erano azionisti di Antonveneta e decisero di vendere le loro azioni proprio alla Banca Popolare di Lodi. Diverso invece il ruolo di Geronzi che davanti ai giudici avrebbe ricostruito il progetto targato Capitalia di fondersi con Antonveneta (grazie all´appoggio di Abn Amro). Era il 2004 e la banca olandese voleva arrivare al 20% del nuovo polo. Fazio per questo bocciò informalmente il piano.

Intanto il custode giudiziario delle azioni Antonveneta, Emanuele Rimini, ha ricostruito in una relazione la somma che il finanziere Emilio Gnutti ha versato alle banche che hanno rivendicato un credito pignoratizio (in particolare con Fingruppo Holding e GP Finanziaria) nell´ambito della compravendita di azioni Antonveneta: in tutto si tratta di 310 milioni di euro. Tra i creditori pignoratizi, per quel che riguarda Fingruppo, sono stati individuati Unicredit Banca d´Impresa per 90,630 milioni e Banca Agricola Mantovana per 95,002 milioni. Per Gp risultano creditori Banca Agricola Mantovana per 23,055 milioni, Banca Intesa per 2,566 milioni e Istituto San Paolo Imi per 98,580 milioni.

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