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Giappone: Tassi d’interesse fermi allo 0,5%

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I ministri delle Finanze asiatici dovrebbero discutere uno schema per mettere in comune le riserve in valuta estera, come parte di un progetto di prevenzione delle crisi. Lo ha proposto Hiroshi Watanabe, vice ministro delle Finanze giapponese. “La nostra opinione non è molto diversa da quella dell’Asean”, ha dichiarato. L’Associazione delle nazioni dell’Asia sud-orientale ha proposto poche settimane fa di unire le riserve degli Stati aderenti, oltre a diverse misure per gestire momenti di crisi.
Il Giappone non sta considerando in questo momento la possibilità di istituire uno strumento di investimento per gestire le riserve di valuta straniera. Lo ha detto il vice ministro delle Finanze, Hideto Fujii, dopo che il Financial Times nei giorni scorsi ha scritto che il Giappone starebbe considerando la creazione di un fondo di investimenti statale per gestire parte delle proprie riserve estere.
“E’ appropriato gestire le riserve estere in stretta relazione con la politica sul forex”, ha affermato Fujii in una conferenza stampa. Il vice ministro ha aggiunto che un rialzo del rating sovrano del Giappone da parte di Standard & Poor’s è stato il risultato del giudizio positivo sui forti fondamentali economici giapponesi e degli sforzi per consolidare le condizioni fiscali. L’agenzia di valutazione internazionale ha migliorato di un gradino, portandola ad AA, la valutazione sul Giappone grazie ai miglioramenti conseguiti da Tokyo sul fronte strutturale, nonché in ambito monetario e di bilancio.
“Le autorità si sono trovate di fronte alla triplice sfida di cercare di consolidare i conti pubblici e ristrutturare il settore privato senza riaccendere pressioni deflazionistiche”, commenta l’analista di S&P’s, Takahira Ogawa in una nota, aggiungendo che “a nostro parere ci stanno riuscendo”. S&P’s ha confermato ad A-1+ il rating di breve termine. L’outlook per i rating a lungo e breve termine è stabile.
Intanto ieri la Banca del Giappone ha confermato la sua politica monetaria al termine della riunione del direttivo, lasciando il tasso call sui depositi a un giorno invariato allo 0,5 per cento come ampiamente atteso. La decisione del comitato di nove membri è stata unanime.
Infine, sempre ieri è arrivata una pioggia di dati macroeconomici da Tokyo. Iniziamo dal tasso di disoccupazione, che a marzo è risultato pari al 4 per cento, in linea con il consenso degli analisti e stabile rispetto al dato di febbraio. Lo ha reso noto il ministero del Public Management aggiungendo che, sempre a marzo, il numero degli occupati è risultato pari a 63,51 milioni di unità (più 0,7 per cento su base annuale).
L’indice relativo all’andamento della produzione industriale a marzo ha poi evidenziato, secondo i dati preliminari, un calo dello 0,6 per cento su base mensile e una crescita dell’1,6 per cento su base annuale. Lo ha reso noto il Meti, ministero dell’Industria e dell’Economia, che stima che l’indice registrerà a livello congiunturale ad aprile e maggio rispettivamente un incremento dell’1,5 e dell’1,4 per cento.
Mentre le vendite al dettaglio a marzo hanno registrato, secondo i dati preliminari del Meti, una flessione tendenziale dello 0,7 per cento, le spese per consumi familiari a marzo hanno evidenziato un incremento tendenziale dello 0,1 per cento sia in termini reali che nominali. Lo ha reso noto il ministero del Public Management, aggiungendo che le spese per consumi familiari dei lavoratori dipendenti hanno evidenziato, sempre a marzo, un calo tendenziale dello 0,3 per cento in termini reali e nominali.
d. r.