Roma – Il rapporto tra debito pubblico e Pil del Giappone, già il più elevato del mondo è destinato a aumentare ulteriormente, fino a raggiungere la soglia dirompente del 250,5 per cento. Le previsione è del Fondo monetario internazionale, che nella sua ultima edizione del “Fiscal Monitor” fornisce cifre allarmanti sulle finanze pubbliche dell’Arcipelago.
Da anni il Sol Levante si tira dietro il peggior debito-Pil tra i paesi avanzati e non, ma ora a rendere più complicata la situazione potrebbero aggiungersi i danni seguiti al terremoto di inizio marzo. Una volta che in Giappone saranno disponibili le cifre sui costi della tragedia, “sarà necessario incorporarli in piani di aggiustamenti fiscali di medio termine sostenuti da misure più chiaramente identificate che in passato”, avverte l’Fmi.
Il deficit di bilancio giapponese dovrebbe attestarsi al 10% del Pil nel 2011, per poi calare all’8,4% nel 2012, al 7,8% nel 2013 e al 7,4% nei tre anni successivi. Le spese del Governo, che nel 2011 dovrebbero attestarsi al 41,6% del Pil, dovrebbero successivamente scendere al 40,2-40,5% nei cinque anni successivi. Le entrate, che dovrebbero essere pari al 31,7% del Pil nel 2011, dovrebbero salire progressivamente fino al 32,8% nel 2016.
Il debito-Pil, dal 191,3 per cento del 2006 quest’anno raggiungerà il 229,1 per cento, e proseguirà su questa deriva fino a un esorbitante 250,5 per cento nel 2016. In generale, si legge nel documento, sebbene secondo le stime precedenti la questione fiscale non avrebbe dovuto avere peso significativo, dopo il terremoto il Governo dovrebbe ora prendere in considerazione “misure supplementari di bilancio per dare sostegno, eventualmente ricorrendo alle risorse di liquidità disponibili”.
Mentre nelle economie avanzate ed emergenti i rischi fiscali derivati da shock della crescita sono calati e il rischio di un ritorno alla recessione sembra essere diminuito, esistono comunque delle eccezioni. “Le tensioni in Medio Oriente e Nord Africa e il terremoto in Giappone, aumentano il livello di incertezza per quelle aree”, si legge.