Il caso Murakami, l’ultimo scandalo finanziario che scuote il Giappone, chiama in causa anche il governatore della Banca centrale nipponica (Boj) Toshihiko Fukui. Il banchiere ha ammesso oggi in audizione al parlamento di aver investito nel 1999 dieci milioni di yen nel fondo guidato dall’arrembante finanziere Yoshiaki Murakami, finito la scorsa settimana in manette con l’accusa di insider trading.
L’ammissione – benché all’epoca Fukui non fosse ancora al timone della Banca centrale ma direttore di un centro economico di ricerca – ha provocato sconcerto sul mercato contribuendo al tonfo del 4,1% registrato oggi dalla piazza di Tokyo, per il maggior calo giornaliero da poco più due anni. Alcuni esponenti dell’opposizione hanno chiesto le dimissioni del governatore che da parte sua respinge ogni accusa, sottolineando di non aver infranto le regole di condotta della Banca ma di aver effettuato un semplice investimento da privato cittadino. “Non era mia intenzione lucrarci – ha detto il governatore – ma semplicemente sostenere i progetti di Murakami”.
Il finanziere, ha raccontato il governatore, aveva favorevolmente impressionato i vertici dell’istituto di ricerca economico con i suoi progetti nell’ambito di un nuovo business che mirava oltretutto sostenere una corporate governance più salda e trasparente all’interno delle aziende.
Il governatore ha anche detto di aver chiesto “da diversi mesi” di cedere la partecipazione, che aveva peraltro regolarmente denunciato al fisco, pagando le dovute tasse. A difesa del governatore è sceso in campo lo stesso premier Koizumi osservando di non riscontrare nessuna violazione delle norme etiche stante che l’investimento è stato fatto in tempi antecedenti alla sua nomina al vertice della Banca centrale. Stesse osservazioni sono giunte dai ministri dell’economia e delle finanze. Se il governatore non vacilla, il mercato si attende tuttavia qualche ripercussione sul fronte delle decisioni sui tassi che verranno prese nella riunione della Boj in programma domani.
Sono in molti a ritenere che la Banca, sotto pressione per questa vicenda, potrebbe rinviare quel rialzo del costo del denaro – il primo da oltre sei anni – che era invece largamente atteso per domani. La bufera sul governatore va in ogni caso ad aggiungere altra incertezza su una piazza finanziaria, quale quella giapponese, che sta in fase discendente da diverse settimane. L’indice Nikkei ha lasciato sul terreno il 20% dal 7 aprile scorso.
Allo scivolone hanno certamente contribuito gli scandali finanziari degli ultimi tempi: prima del caso Murakami aveva infatti tenuto banco lo scandalo Livedoor che aveva visto finire in manette, per aggiotaggio e false comunicazioni societarie, tutti i top manager della società numero uno di servizi internet in Giappone, a cominciare dal suo fondatore il 34enne Takafumi Horie, osannato enfant prodige della new economy nel Sol Levante.