L’espansione economica nipponica prosegue. Nel secondo trimestre del 2006 il Pil reale del Giappone cresce dello 0,2 per cento in termini reali, trainato dalla domanda interna privata, mentre domanda pubblica e estera creano attrito. Gli investimenti delle aziende stanno apportando un incremento sia della competitività, sia della capacità produttiva attraverso un abbassamento dell’età media degli impianti. L’andamento dell’indice dei prezzi al consumo annuncia l’uscita dalla lunga fase di deflazione, anche se i prezzi di molti beni sono tuttora in diminuzione. Il miglioramento reddituale delle famiglie non rispecchia l’ampiezza da primato degli introiti aziendali, quindi la spesa per consumi delle stesse stenta a riprendere significativamente.
Dal punto di vista delle attività produttive, l’indice della produzione industriale sta registrando aumenti da primato soprattutto nei settori dell’It, dell’elettronica digitale e dei macchinari generici.
Le scorte, poiché sono nella fase d’accumulo intenzionale e a un livello non preoccupante, non dovrebbero richiedere aggiustamenti di lunga durata. Si segnalano aumenti rilevanti anche per il terziario con il commercio all’ingrosso in testa.
Buona la situazione occupazionale come rappresentata dal tasso di disoccupazione che a giugno è sceso al 4,2 per cento, con il tasso di divario fra le offerte di lavoro e le persone in cerca d’occupazione, che è ulteriormente migliorato salendo all’1,08 per cento.
L’indice Nikkei, anche se ridimensionatosi negli ultimi mesi, rimane su livelli da primato rilevando fervidi scambi azionari incentrati sugli investitori esteri, che giudicano positivamente l’attuale fase di crescita economica. La debolezza dello yen rispetto all’euro ha penalizzato le forniture dai paesi europei aderenti, durante i dodici mesi scorsi, ma sembra essere stata in parte digerita attraverso un ritocco dei prezzi al dettaglio nel mercato nipponico.
Nel primo semestre 2006 le importazioni complessive del Giappone sono aumentate su base annuale del 12,7 per cento a 279.994 milioni di dollari, le esportazioni del 6,5 per cento a 309.222 milioni. L’interscambio commerciale del Giappone mostra una ripresa, anche se nei primi sei mesi 2006 l’avanzo si è contratto del 30,6 per cento annuo. Le importazioni crescono dalla Cina (6,6 per cento), dalla Corea del Sud (13,4 per cento), da Taiwan (10,9 per cento), dai Paesi Opec (40,6 per cento) e dagli Usa (4,9 per cento). Frena l’Unione europea con una flessione dell’1,7 per cento e, in particolare, soltanto la Francia (5,9 per cento) e il Regno Unito (2,6 per cento) hanno mostrato variazioni positive.
La debolezza dello yen rispetto all’euro e il caro petrolio sono i due fattori perturbanti che rispettivamente frenano le importazioni dai Paesi Ue e gonfiano la bolletta petrolifera del Giappone.
Le esportazioni nipponiche aumentano verso la Cina (15,7 per cento), la Corea del Sud (8,9 per cento) e gli Usa (6,3 per cento), mentre perdono in direzione dei paesi Asean (meno 3,8 per cento), di Taiwan (meno 2,8 per cento) e della Francia (meno 8,6 per cento).