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GIAPPONE: MORI SI DIMETTE E LA CRISI SPAVENTA

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Le speranze di una ripresa della crisi economica giapponese si allontanano.

Le annunciate dimissioni del Primo ministro Yoshiro Mori -previste per il prossimo aprile- segnano la sconfitta della sua politica economica e aumentano le incertezze.

La Borsa -specchio fedele della realta’- e’ ai minimi dal luglio 1985. E i mercati non vengono certo rassicurati. Appena giovedì scorso il Ministro delle Finanze ha infatti lanciato un grido d’allarme. “Il bilancio giapponese è vicino al collasso -ha detto Kiichi Myazawa- e servono riforme strutturali radicali”.

Ma le dimissioni di Mori, dopo undici mesi di Governo, potrebbero rallentare queste riforme che erano allo studio della maggioranza.

Un pacchetto di misure che prevedevano sgravi fiscali per le imprese e sulle plusvalenze. Un tentativo di rilanciare il mercato immobiliare e la Borsa.

Erano invece escluse misure finanziare con fondi pubblici, visto che in dieci interventi lo Stato giapponese si è già esposto per 1.800.000 miliardi di lire.

Lunedì si saprà se per il Giappone è già recessione o lo sarà a breve. Sono infatti attesi i dati sulla crescita del Pil nell’ultimo trimestre del 2000. L’attesa è per una crescita dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti (che era pari a -0,6%). Ma se il dato sarà invece negativo allora saranno guai e la recessione una certezza.

E per fronteggiare l’emergenza la Banca centrale giapponese sarebbe pronta a riportare i tassi vicino a quota zero.

La decisione dobrebbe essere presa il prossimo 19 merzo – giorno della visita negli Stati Uniti di Mori – e già viene sollecitata dall’attuale maggioranza governativa.

Attualmente il tasso interbancario overnight è allo 0,15%. Ma un ulteriore allentamento della politica monetaria viene visto come cura indispensabile per rilanciare la sofferente economia.