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Giappone e Cina: “Europa, attenta. Nostro supporto avrà dei limiti”

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Siena – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno registrato un lieve calo su tutta la curva governativa e swap. Lo spread Italia-Germania dopo aver superato ieri i 400 pb ha chiuso poi la sessione poco sotto tale livello, beneficiando degli acquisti da parte della Bce (come riportato da Reuters). Continuano a salire i Cds a cinque anni di Italia, Spagna ma anche della stessa Germania, ieri e questa mattina sopra i 100pb (ossia il doppio degli Usa) sulla scadenza a 5 anni.

Secondo quanto riportato da Reuters che cita fonti di stampa locale, il ministro delle finanze greco ha prospettato al parlamento tre scenari per la soluzione della crisi: 1) default controllato con un taglio del 50%; 2) default non controllato; 3) implementazione del secondo piano di salvataggio da 109 Mld€ concordato il 21 luglio.

Non esclude un default neanche il membro olandese della Bce, Knot, in un’intervista ad un quotidiano locale. Il membro belga della Bce, Coene, ha dichiarato che il peggioramento dei dati macro potrebbe portare l’Istituto a ridurre i tassi anche il prossimo mese.

Moody’s ha ridotto di due notch il rating di otto banche greche, lasciando l’outlook negativo.

Il G-20 nella serata di ieri ha diffuso un comunicato in cui le maggiori economie a livello globale si sono impegnate ad un’azione coordinata per far fronte alle turbolenze economico-finanziarie. I ministri finanziari dei 20 paesi hanno dichiarato che entro il prossimo meeting di metà ottobre “l’area euro avrà implementato le azioni necessarie per incrementare la flessibilità del fondo Efsf e per massimizzare il suo impatto”.

I Brics hanno dichiarato di essere pronti a fornire un sostegno all’area Euro attraverso il Fmi, ma solo dopo l’adozione di politiche macroeconomiche e finanziarie adeguate.

Intanto il Fmi ha rinnovato per altre sei mesi una linea di credito da 571 Mld€, finanziata da 36 paesi, per essere pronto ad interventi di urgenza. Fino ad ora sono stati usati solo 11 Mld€ e quasi tutti per il Portogallo.

Esponenti del Giappone e della Cina hanno dichiarato che il loro supporto per l’Europa avrà dei limiti.

Negli Usa tassi di mercato in calo soprattutto sul comparto a lungo e lunghissimo termine, in risposta alla decisione Fed di aumentare la duration del proprio portafoglio.

I listini azionari hanno segnato perdite di oltre il 3%, penalizzati soprattutto dal comparto materie prime. Allargando lo sguardo, le vendite hanno ieri interessati tutti i comparti.

Le materie prime hanno risentito di forti cali con l’indice CRB arrivato ai minimi da dicembre 2010. Allo stesso tempo l’indice MSCI emerging markets si è posizionato ai minimi da 14 mesi, in corrispondenza di un marcato deprezzamento vs dollaro delle valute dei paesi di quest’area. Il filo che lega gli andamenti citati potrebbe essere ricondotto ad una generale tendenza alla liquidazione di asset, senza distinzione di comparto.

Le motivazioni risiedono nel timore di un rapido deterioramento del quadro macro globale, alla luce anche di quanto dichiarato dalla Fed per motivare l’Operation Twist e dopo i dati macro dell’area Euro di ieri.

Inoltre gli operatori stanno manifestando un atteggiamento incline al mantenimento di posizioni molto liquide, in vista degli eventi attesi in area Euro nelle prossime due settimane: da un lato i voti ai parlamenti di alcuni paesi del nord Europa tra cui la Germania sul fondo Efsf, e successivamente la decisione sull’erogazione della tranche di aiuti ala Grecia.

La parola poi passerebbe ai discorsi di Bernanke, per cercare di comprendere quali sarebbero le ulteriori manovre a disposizione e se soprattutto si tratterà di manovre implementabili in accordo a manovre complementari e potenzialmente coordinate da parte del governo.

Valute: dollaro in marcato apprezzamento verso euro in un contesto di forte riduzione della propensione al rischio. L’entità del calo registrato da tutte le variabili finanziarie evidenzia comunque una forza relativa dell’euro. A testimonianza di ciò il fatto che, malgrado i listini azionari dell’area siano in prossimità dei minimi da circa metà del 2009, l’euro è al di sopra del livello minimo (in termini grafici) verso dollaro nel 2011, posizionato a circa 1,29. L’area 1,34 risulta il principale supporto di breve. L’area 1,30 rappresenta invece il supporto di rilevanza notevole per la tenuta del trend primario di deprezzamento del dollaro.

Prosegue il deprezzamento dell’euro verso yen con il cross sui minimi dal giugno 2001. Nel breve il supporto si colloca a 102,20, la resistenza a 104. Il dollaro yen resta in prossimità dei minimi dal dopoguerra, presso area 76.

Apprezzamento dello yuan cinese vs dollaro.

Materie Prime: pesante ribasso per le materie prime con il calo maggiore che ha interessato i metalli industriali. Il rame ha perso il 7,5% su timori di una nuova recessione negli Usa. Marcato ribasso anche per il petrolio con il Brent sceso fino a 105$/b ed il Wti ad 80$. Dal calo non si sono salvati neppure i metalli preziosi con l’argento che ha perso il 10% circa e l’oro il 3,7% arrivando in prossimità dei 1700$/oncia. Negativi anche gli agricoli con il mais

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