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Giallo Fed, cosa si nasconde dietro la maxi iniezione di liquidità?

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Mentre la Federal Reserve continua ad iniettare liquidità nel sistema, si susseguono le indiscrezioni stampa secondo cui il ritorno in campo diretto della Fed, dopo dieci anni, potrebbe nascondere la possibilità di default di una banca o magari di un grosso fondo.

Ieri la Fed, grazie al doppio appuntamento delle aste, ha versato nel sistema 142 miliardi di dollari, una montagna di biglietti verdi. Le richieste sono state decisamente superiori alla media.

Dietro questi interventi ci sarebbe il fatto che le banche americane hanno faticato negli ultimi giorni a trovare i contanti necessari per soddisfare i requisiti di riserva che hanno fatto salire i tassi debitori a breve termine. Queste operazioni dovrebbero aiutare a garantire che la liquidità sia sufficiente nel mercato dei prestiti a breve termine cruciale per le banche e le grandi società.

Ma c’è chi scommette che ci sia dell’altro. Ad infittire il mistero, ci hanno pensato le dichiarazioni al Financial Times di John Williams, capo della Fed di New York:

“Stiamo cercando di capire perché la liquidità non si muova dai conti delle banche presso la Fed per fluire nel mercato repo, dove istituti e investitori prendono a prestito denaro in cambio di Treasuries per coprire le necessità di finanziamento a breve. C’è uno spezzettamento nel sistema”.

Lo scorso 21 settembre, la banca centrale americana ha annunciato l’iniezione di liquidità quotidiana fino a 75 miliardi di dollari al giorno sul mercato interbancario fino al 10 ottobre. Per un totale, che alla fine dell’intervento, potrebbe superare i 1.300 miliardi di dollari. Dopo il 10 ottobre la banca centrale spiega “interverrà se necessario per aiutare a mantenere il tasso dei fed fund in un range prestabilito” ma “l’ammontare e la tempistica di queste operazioni non è stata ancora determinata”.