Giornata di attesa sui mercati valutari, specie per alcuni dati macro che saranno resi noti in settimana e soprattutto per le nuove indicazioni dell’ex presidente della Fed, Alan Greenspan. Nel contempo il cross valutario euro/dollaro ha raggiunto un minimo relativo a 1,3312, grazie alle continue attese di rialzo sull’inflazione americana che verrà resa nota venerdì prossimo. Perde terreno l’euro, influenzato anche da dati negativi inerenti la produzione industriale usciti in mattinata: il primo riguarda la produzione industriale su base mensile, che si è attestata a meno 0,8 per cento al disotto dei consensus previsti a più 0,2 per cento. Ma soprattutto il dato su base annuale da un 4 per cento di un anno fa a un 4,3 per cento di atteso si è posto a più 2,8 per cento, consolidando una fase di rallentamento rispetto a dodici mesi fa. In rialzo la sterlina dopo che il governatore Marvyn King ha posto l’accento sulla possibilità di un ulteriore stretta monetaria da parte della Bank of England nel caso i prezzi rimarranno alti, alimentando spirali inflazionistiche. Lo stesso rate è salito da 1,9692 sino a 1,9749 testando una media mobile semplice a 50 periodi, che rappresenta un valido punto di resistenza dinamica che, nel caso venisse rotta, potrebbe proiettare lo stesso cable sino in area 1,977-1,98. Tuttavia sembra che l’operatività su questo cambio sia spesso contrapposta da veloci prese di profitto appena raggiunto un massimo relativo. Diversi i dati provenienti dal Regno Unito: ricordiamo i prezzi al dettaglio, attestatisi a più 4,3 per cento su base annuale e allo 0,4 per cento su base mensile, valori uguali alle previsioni degli analisti. Similmente l’indice dei prezzi al consumo su base annuale è stato rilevato a più 2,5 per cento con una previsione del 2,5 per cento, rivelandosi in discesa da un 2,8 per cento precedente. Tale ribasso è dovuto a una caduta delle fatture di elettricità e di gas naturale. Ciononostante questi valori sono particolarmente elevati e soprattutto al di fuori della soglia stabilita dalla Bank of England al 2 per cento. Interessanti i commenti del post-action della Banca Neozelandese, che due giorni fa è intervenuta sul mercato dei cambi, vendendo dollari neozelandesi. Molti economisti e operatori temono che questa azione possa essere un nuovo monito delle Banche centrali per contrastare strategie speculative di leva finanziaria. In questo clima in recupero lo yen, che si spinge verso quota 162 per euro.
di Lorenzo Daglio* e Emanuele Furlan*
*www.euroforex.com