MILANO (WSI) – Arrivano i primi freddi e iniziano le polemiche e gli scontri in seno all’Ue in merito all’approvvigionamento di gas dalla Russia. L’ultima in ordine temporale vede da una parte schierati da una parte nove Paesi dell’Est Europea, Polonia e Slovacchia in prima fila, e dall’altra parte la Germania. Oggetto dello scontro il gasdotto Nord Stream 2, che rifornisce l’Europa dalla Russia attraverso la Germania, in grado di raddoppiare il flusso di gas russo, aggirando l’Ucraina e gli altri paesi membri dell’Unione europea un tempo facenti parte del blocco socialista.
Nel 2011 è stato inaugurato il Nord Stream 1 di Gazprom e ora si prevede la realizzazione del Nord Stream 2, che secondo Berlino permetterà di raddoppiare l’afflusso di gas all’Unione europea in tutta sicurezza dalla Russia, a fronte dell’instabilità che invece caratterizza il transito tramite l’Ucraina, a cui recentemente il Cremlino ha chiuso i rubinetti per mancati pagamenti in anticipo.
Una decisione che però non piace a 9 paesi dell’est Europa, decisi a dare battaglia al progetto. “E’ deleterio innanzitutto in termini geopolitici” scrivono i 9 paesi in una lettera inviata, secondo quanto riporta il Financial Times, al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusck.
Secondo i 9 paesi firmatari il progetto di realizzazione del Nord Stream 2 finirebbe per aumentare la dipendenza dell’Europa dal gas della Russia, andando così contro alla politica di diversificazione promossa dall’Unione europea.
Inoltre anche i ministri dell’energia dei 28 paesi membri sarebbero contro la realizzazione di Nord Stream 2, come ha annunciato il commissario Ue all’energia, Miguel Arias Canete, secondo cui molti ministri non sono favorevoli al gasdotto, non in linea con le regole del Terzo Pacchetto energia dell’UE.