
Roma – Vendere i cosiddetti gioielli di famiglia in questo momento non conviene. L’Italia dovrebbe utilizzarli per garantire l’emissione dei suoi bond. Così il premier finlandese, Jyrki Katainen, in un’intervista al tedesco ‘Spiegel’. Il capo del governo di Helsinki dice: “Al momento dovrebbe essere privo di interesse per i Paesi in difficoltà vendere le partecipazioni dello Stato, con i prezzi che sono così bassi.
Queste partecipazioni potrebbero invece essere utilizzate per garantire i titoli da vendere sul mercato”. E aggiunge: “Noi abbiamo utilizzato le proprietà patrimoniali dello Stato come pegno, riuscendo a ridurre sensibilmente gli interessi e in breve tempo siamo riusciti a risparmiare il 10% del nostro Pil”. Insomma, obbligazioni garantite dalle proprietà di Stato come metodo per ridurre fortemente lo spread.
Katainen rivela di aver già fatto questa proposta durante l’ultimo vertice europeo di giugno a Bruxelles e di averla ripetuta durante il suo recente viaggio a Helsinki a Mario Monti, che però “non si è impegnato” a metterla in atto.
Katainen torna poi sull’ipotesi di concedere la licenza bancaria al fondo salva-Stati Esm, conferma il suo netto no e ammonisce gli altri Paesi dell’Eurozona a non usare trucchi. “Noi siamo contrari”, spiega, poichè “una licenza bancaria significherebbe che non c’è più nessun limite. Ciò farebbe solo impennare in maniera così elevata la pressione che gli aiuti non risulterebbero più credibili. Non credo che si possa risolvere la crisi con semplici trucchi”.
Nel fine settimana Katainen ha anche proposto la creazione un fondo europeo finanziato dalle banche per ricapitalizzare gli istituti in difficolta’. L’iniziativa dovrebbe rientrare nel meccanismo di supervizione da parte della troika (Ue-Bce-Fmi). In un’intervista rilasciata al settimanale finlandese Talouselaemae, Katainen ha proposto un’unica autorita’ europea di supervisione bancaria, un fondo comune per la gestione della crisi bancaria e uno per la protezione dei depositi.
”Dovremmo riuscire a costruire un sistema in cui le banche non possono mettere in crisi un intero paese. Una soluzione, oltre al monitoraggio, potrebbe essere un fondo europeo contro la crisi bancaria”, ha detto Katainen, secondo cui le risorse del fondo sarebbero reperite presso gli stessi istituti bancari. Il premier ha poi spiegato che il problema principale della crisi dell’euro risiede nella connessione tra banche e Stati, e ha sottolineato l’esigenza di spezzare questo legame.
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