I.Net si prepara a una serie di acquisizioni carta contro carta in vari paesi europei.
“Ci stiamo guardando intorno, siamo in grado di fare due o tre acquisizioni importanti”, ha detto in un’intervista a Wall Street Italia Roberto Galimberti, presidente e amministratore delegato della società quotata sul Nuovo Mercato che offre connettività e servizi tecnologici alle imprese.
I.NET realizza infrastrutture Intranet ed Extranet, cioè reti interne alle società, e offre servizi di Housing e Hosting, ospitando attraverso le cosiddette “web farm” i server delle aziende, assicurando loro il know-how e i servizi necessari per essere sempre in funzione. Tra i suoi clienti figurano Fiat, Banca Intesa, MPS, Borsa Italiana, Acea, Gruppo Ras, La Repubblica, Fineco, Reuters.
WSI. In che direzione state guardando?
GALIMBERTI. In tutte le direzioni, tranne che in Gran Bretagna, dove opera il nostro principale azionista, British Telecom, (BT). Per il resto guardiamo naturalmente con attenzione ai paesi dove ancora non siamo presenti. E calcoli che a parte Italia e Gran Bretagna siamo nei Paesi Bassi, in Germania, in Spagna, in Francia; poi abbiamo qualcosa in nord Europa, in Irlanda e anche in Giappone. In tutto abbiamo una ventina di web-farm in giro per l’Europa. (Le web-farm sono una sorta di grandi stanze dove vengono collocati i server per la connessione a Internet, e dove vengono forniti servizi con requisiti di sicurezza, di continuità, di efficienza attraverso tecnologie avanzate e che richiedono know-how specifico; ndr)
WSI. Cosa rende possibile questa politica di acquisizioni?
GALIMBERTI. Una serie di fattori, non ultimi il fatto che abbiamo cassa. Ma soprattutto l’operazione recente con la francese Fluxus, leader di settore in Francia. La controllante BT ha conferito a Fluxus altre attività di web hosting presenti in Francia, e ha fatto un aumento di capitale portando denaro fresco nelle casse della società francese. Ora ha deciso di trasferire a I.Net questa nuova Fluxus e di aumentare la propria quota nella nostra società. Arriverà probabilmente al 55-56-57%, tutto dipenderà dal valore di Fluxus.
WSI. Quanto è valutata? Una Sim straniera ipotizza che la valutazione di Fluxus sia pari a 1,1 volte il suo fatturato, che nel 2000 è stato pari a €34 milioni.
GALIMBERTI. Queste sono informazioni ancora da definire con un esperto del Tribunale di Milano che secondo il codice civile deve fare una sua valutazione in caso di scambio azionario, e che abbiamo incontrato proprio martedì scorso. In ogni caso, per il momento non mi è possibile dare indicazioni precise.
WSI. Quanto ai tempi?
GALIMBERTI. Conto di convocare il consiglio di amministrazione entro l’estate, e l’assemblea dopo l’estate. Di solito vado in ferie in agosto.
WSI. Ma cosa c’entra tutto questo con le vostre future acquisizioni?
GALIMBERTI. Detto in due parole: se BT aumenta considerevolmente la sua quota in I.Net, I.Net è in grado di fare carta contro carta senza pregiudicare la maggioranza assoluta del principale azionista.
WSI. Teme in qualche modo il forte indebitamento di BT, che si trova a dover compiere delle dismissioni?
GALIMBERTI. Assolutamente no. I.Net è uno dei pochissimi Isp, Internet service provider in attivo – nel 2000 il nostro utile netto è stato pari al 7% del fatturato – ha cassa, sta sul mercato. Insomma: porta i soldi a casa.
WSI. E prevede di realizzare quest’anno un fatturato superiore a 90 miliardi di lire, in crescita rispetto agli 80,3 miliardi di lire del 2000. Finora non è mai stato distribuito un dividendo. Quest’anno cambierà qualcosa?
GALIMBERTI. Credo che in momenti come questi, con una situazione delicata dei mercati, il rallentamento economico e un programma di espansione nel cassetto, sia meglio tenere tutto in cassa per favorire lo sviluppo. In ogni caso il nostro obiettivo è di essere fra tre o quattro anni una delle dieci grandi reti di web-farm al mondo. Oggi sono in tanti a correre: grandi, come i nostri primi competitor Telecom Italia, Colt, Cable & Wireless, ma anche piccoli e a loro faccio gli auguri. Noi da soli, senza BT, non ce l’avremmo fatta. Ma il mio azionista non è solo il grande azionista, è anche il piccolo, e intendo comunque remunerare il capitale che è stato versato.
WSI. Il 4 aprile 2000 il titolo ha debuttato sul Nuovo Mercato a €176; ora viene scambiato intorno quota €165. Quanto la preoccupa questo calo, che da gennaio è attorno al 30%?
GALIMBERTI. Il momento è indubbiamente delicato, ma mi conforta vedere che tra i nostri concorrenti c’è chi ha perso anche più del doppio. Diciamo che avevano forse poco senso i valori di 18 mesi fa, quando il mercato si autogonfiava; ora però gli attuali livelli cominciano a essere punitivi.
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