I paesi ricchi dell’Occidente si sono riuniti sabato a Praga per il loro rituale summit, ma stavolta – al contraio di quanto di solito accade – hanno dovuto lanciare un allarme congiunto di una qualche serieta’ sul doppio problema che angustia l’economia europea e mondiale: il forte rialzo del prezzo del petrolio da una parte, e il forte ribasso dell’euro (-25% circa dal momento del lancio della moneta), dall’altra.
Il messaggio dei paesi del G7 e’: difenderemo la stabilita’ economica mondiale da questa doppia insidia che rischia di minare lo sviluppo.
Corollario: il G7 e’ pronto a intervenire ancora, con azioni coordinate sul mercato valutario da parte delle banche centrali, per sostenere la debole moneta europea.
Il Gruppo dei Sette (Stati Uniti, Germania, Giappone, Italia, Francia, Gran Bretagna e Canada) nel comunicato finale emesso a Praga ha esplicitamente dichiarato che saranno effettuati di nuovo interventi a sostegno dell’euro con azioni concertate da parte delle banche centrali, cosi’ come e’ avvenuto nella giornata di venerdi’; era stato il primo intervento coordinato sui mercati a sostegno della valuta europea piagata dai ribassi.
”Alla luce dei recenti sviluppi continueremo a monitorare da vicino (i mercati) e continueremo a cooperare sul mercato dei cambi nel modo piu’ appropriato”, si legge nel comunicato del G7.
Circa il caro-petrolio, il gruppo ha chiesto ufficialmente ai paesi produttori di greggio di ridurre i prezzi che dall’inizio del 1999 sono praticamente triplicati; la crescita del costo del barile infatti rischia di soffocare lo sviluppo dell’economia mondiale.