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G-10 STEMPERA TIMORI SU CARO-PETROLIO E TASSI

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Nessun timore. Il caro-petrolio e i recenti rialzi sui rendimenti dei titoli a lungo termine non avranno impatto sulla crescita, che sara’ “stabile, sia nel 2004 che nel 2005”.

E’ un messaggio di ottimismo, funzionale a rassicurare i mercati, quello che arriva dalla Bri di Basilea in occasione del meeting del G-10, la riunione bimestrale di governatori e presidenti delle banche centrali dei paesi economicamente più influenti. “Siamo fiduciosi sulla ripresa e vigili sull’inflazione”, ha rimarcato il portavoce dei governatori del G-10, Jean-Claude Trichet, che è anche presidente della Banca centrale europea.

L’aumento del prezzo del petrolio e delle altre materie prime è stato “sostanzioso”, ha riconosciuto, ma “é assolutamente chiaro”, come scrivono anche i “libri di testo dell’economia”, che i rincari non sono in grado di scaricarsi immediatamente sui prezzi al consumo o di influire negativamente sull’attività economica. Per questo non cambia “la diagnosi” dei banchieri centrali: la crescita globale sara “stabile, sia a livello geografico che settoriale”, guidata dagli “ampi” guadagni di produttività.

Certo, ha fatto capire Trichet, il ritorno del greggio a quotazioni meno spinte (venerdì è stata infranta la soglia dei 40 dollari al barile) è benvenuto. Così come “benvenuta” è stata la sollecitazione fatta oggi all’Opec dal ministro saudita del petrolio Ali al-Naimi di aumentare la produzione di 1,5 milioni di barili al giorno dagli attuali 23,5. L’altro spauracchio che sta agitando i mercati, cioé l’atteso rialzo del costo del denaro negli Usa fin dalla prossima riunione del Fomc all’inizio di giugno è stato trattato da Trichet solo incidentalmente.

Fedele alla formula del G-10, che vede i portavoce riferire degli argomenti in agenda in modo generico e senza riferimenti a singoli paesì, Trichet ha sostenuto che ai recenti rialzi dei rendimenti sui titoli a lungo termine i banchieri hanno riservato attenzione (mentre di cambi non si è parlato). “Non abbiamo notato nulla di preoccupante. Continuiamo a monitorare la situazione con attenzione.

I tassi di interesse sui titoli a lungo termine – ha spiegato – tornano a incorporare, tra gli altri fattori, anche aspettative di inflazione. Per noi è importante che queste aspettative rimangano in linea con le varie definizioni di stabilità dei prezzi” che danno le banche centrali. Se il caro-materie prime e l’appesantimento dei rendimenti non intaccano in negativo la crescita, c’é però un altro elemento in grado di sostenerla in positivo.

Trichet ha ricordato ancora una volta “l’incoraggiamento” che arriva dai giro di tavolo di Basilea a realizzare “riforme strutturali che rendano l’economia più flessibile”. A preoccupare il gotha dei banchieri centrali è l’andamento demografico. “L’invecchiamento della società – ha notato – richiede che siano attuate, non solo in Europa, riforme previdenziali e assistenziali”.