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Futures Usa virano in ribasso su outlook recessione in Europa

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New York – I futures sui principali indici azionari Usa scambiano in lieve flessione (vedi valori a fondo pagina), in attesa che negli Stati Uniti venga pubblicato il dato relativo all’attività manifatturiera, dopo che in giornata sono arrivati segnali contrastanti dall’Europa e dall’Asia.

Le attese degli analisti per l’indice ISM manifatturiero sono per un miglioramento a 53 punti rispetto ai 52,4 di febbraio. Alla stessa ora attese anche le spese per le costruzioni a febbraio.

Il dato ufficiale sull’indice Pmi (Purchasing Managers’ Index) cinese e’ salito a 53,1 a marzo, rispetto a 51 il mese precedente. Oltre le attese di 50,5, raggiunge i massimi da 11 mesi.

L’indice manifatturiero Pmi dell’Eurozona e’ invece sceso a marzo a 47,7 da 49 di febbraio. Confermata la stima preliminare, il risultato segnala una contrazione dell’attivita’ per l’ottavo mese di fila. Per quanto riguarda i singoli Paesi: Germania 47,9 (minimo da tre mesi); Italia 47,9 (massimo in tre mesi) e Francia 46,7 (minimo in 33 mesi).

L’indice Markit Pmi manifatturiero della Gran Bretagna sale a 52,1 punti, in progresso rispetto ai 51,5 di febbraio.

Tra i singoli titoli, occhio a Total, dopo che la società ha annunciato di aver mandato una serie di esperti nel mare del Nord, per riparare una piattaforma che starebbe perdendo già da una settimana.

Il gruppo di prodotti di bellezza Coty ha lanciato un’Opa su Avon, il gruppo di business di cosmetici via mail. L’offerta ostile e’ stata respinta per ora. Il prezzo e’ giudicato troppo basso. I titoli Avon hanno fatto un balzo di anche il 20%.

L’azionario Usa ha chiuso il migliore trimestre da oltre due anni, grazie alle rilevazioni positive delle ultime settimane e alla forza mostrata a fine mese. L’S&P500 e’ cresciuto +12% nei primi tre mesi dell’anno, +3,1% solo a marzo, in rialzo per il quarto mese di fila, la scia piu’ lunga dal 2009.

I primi tre mesi si sono conclusi con l’annuncio dell’accordo dei ministri finanziari dell’Eurogruppo del potenziamento del “firewall”, ovvero del muro di protezione per salvare l’Europa dalla crisi dei debiti sovrani, fino a oltre 800 miliardi di euro.

Dal fronte economico degli Stati Uniti, attesi solo i dati sulle spese per costruzioni edili e l’indice ISM manifatturiero alle 16.00.

In ambito valutario, l’euro perde nei confronti del dollaro lo 0,31% a $1,3316, calando dello 0,88% nei confronti dello yen a JPY 109,91. Rapporto dollaro/yen -0,54% a JPY 82,54. Gli investitori continuano così, come la settimana scorsa, a rifugiarsi sulla moneta giapponese.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono dello 0,58% a quota $102,42 al barile; in flessione anche le quotazioni dell’oro, con -0,30% a $1.666,90 l’oncia.

Alle 15.02 ora italiana (le 9.02 di New York), i futures sull’indice S&P500 arretrano dello 0,05%, a 1.402,50 punti.

I futures sul Nasdaq giù dello 0,08% a 2.748,50 punti.

I futures sul Dow Jones perdono lo 0,11%, a 13.127 punti.

Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano al 2,20%, in calo di 0,7 punti base