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Futures Usa sulla parita’, il rally e’ finito?

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Quando manca mezz’ora all’avvio delle contrattazioni a Wall Street, i derivati sui principali indici di borsa americani (vedi quotazioni a fondo pagina) continuano a viaggiare intorno alla parita’, facendo pensare a un avvio incerto per l’azionario Usa dopo il bilancio contrastato della settimana scorsa: primo declino dopo otto settimane per l’S&P 500 mentre per il Dow il bilancio e’ stato positivo per l’ottava volta: si tratta dell’arco temporale di rialzi piu’ lungo da marzo-aprile 2010.

Alcuni analisti tecnici si aspettano un trend di acquisti per almeno la prima meta’ dell’anno ma altri si aspettano un ritracciamento a breve.

In assenza di dati macro, l’attenzione degli operatori si concentrera’ ancora una volta sulle trimestrali: deludono i ricavi di McDonald’s, soddisfano i conti di Halliburton. A mercati chiusi tocchera’ ad American Express.

Gli investitori aspettano indicazioni dal secondo discorso dello Stato dell’Unione che domani sera il presidente Obama rilascera’. Il focus sara’ sulle parole riguardanti occupazione e crescita economica. Sempre domani inizia la due giorni del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed chiamato a prendere decisioni sui tassi. Per quanto con questo primo meeting dell’anno ci sia una rotazione dei membri che ne fanno parte, non sono attese novita’ di politica monetaria. Venerdi’ si avra’ la prima lettura del Pil del quarto trimestre, visto intorno a un +3,6% dopo il +2,6% del terzo trimestre.

In Europa i listini, preoccupati da conti e prospettive del gruppo olandese Philips Electronics, sembrano ritrovare forza: in calo Madrid e Francoforte.

Intanto, guardando alle condizioni del mercato dei titoli di stato, si assiste oggi a un allentamento degli spread dei titoli periferici: nel caso dell’Italia, il differenziale scende anche sotto quota 150 punti base. L’Irlanda soffre una crisi politica dopo che nel weekend c’e’ stato lo sfaldamento della coalizione del primo ministro Brian Cowen.

In tema valutario, non si esclude la possibilita’ di un ritorno anche oltre quota 1,40 dell’euro nei confronti del dollaro. Quest’ultimo non vive proprio un buon momento, se si considera che il mercato la scorsa settimana ha assunto una posizione netta lunga sulla valuta europea per la prima volta in due mesi, a fronte di un raddoppio delle scommesse contro il biglietto verde nei confronti del dollaro.

Detto questo, le sfide per il Vecchio Continente rimangono, come ha riferito in una intervista al Wall Street Journal lo stesso Trichet, che ha lanciato un alert sull’inflazione europea. Il dilemma che il numero uno della Bce si trova ad affrontare non è di poco conto, in quanto l’interrogativo cruciale è se davvero l’Europa possa permettersi ora un aumento dei tassi di rifinanziamento.

In ogni caso, sull’azionario, non si esclude una fase di correzione ma per motivi motivi puramente tecnici e per due-tre settimane circa.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico i (b>futures del petrolio con scadenza marzo perdono lo 0,36% a 88,79 dollari al barile. I contratti sull’oro con consegna febbraio salgono dello 0,42% a quota $1.346,60 l’oncia. Sul fronte valutario, l’euro segna -0,16% $1,36. Quanto ai Treasury, il rendimento si trova a quota 3,41% dal 3,416% di venerdi’.

Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 guadagna 2,10 punti (+0,16%) a quota 1.281,80.

Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna +3 punti (+0,13%) in area 2.272.

Il contratto sull’indice Dow Jones cresce di 11 punti a quota 11.833 (+0,09%).