New York – Performance in deciso ribasso per i futures americani, (vedi performance in fondo pagina), che scontano il timore che un accordo sull’innalzamento del debito Usa diventi difficile da raggiungere e che alla fine gli Stati Uniti finiscano per perdere la tripla AAA.
Il mercato ha reagito male al mancato accordo, ma senza panic selling, nella speranza che un compromesso possa essere raggiunto entro l’inizio di agosto. Come ha sottolineato El Erian di Pimco, il maggiore fondo obbligazionario al mondo, ora gli Usa sono vulnerabili a un possibile downgrade del debito, ora pari a 14.300 milioni di dollari.
Washington ha otto giorni per trovare un accordo sull’innalzamento del tetto del debito e sui tagli alle spese. I membri dei due partiti non sono ancora riusciti a trovare un compromesso e hanno deciso di lavorare separatamente su due progetti distinti. “Il fatto che non siano scesi a un compromesso di qualche tipo e’ un’enorme delusione”, dice a Bloomberg James Dunigan, chief investment officer di PNC Wealth Management.
“Siamo arrivati all’undicesima ora. C’e’ una sempre piu’ alta probabilita’ che senza un accordo importante il rischio di un declassamento del debito crescera’. Se cambia il giudizio sul titolo di stato piu’ sicuro al mondo, qualsiasi altra cosa si adattera’ di conseguenza contro di esso”.
La parola “debito” risuona in tutti i mercati globali, anche in Europa, scossa nuovamente dall’ennesima notizia negativa, ovvero la decisione di Moody’s di tagliare il rating della Grecia a un passo dal default, ovvero fino a “Ca”.
Oggi non sono attesi dati economici dagli Stati Uniti, ma la settimana e’ ricca di appuntamenti. Dal fronte aziendale, invece, la stagione degli utili proseguirà con i risultati di bilancio di Texas Instruments, che saranno resi noti dopo la fine delle contrattazioni.
Nel frattempo la banca svizzera Ubs ha deciso di declassare il giudizio sulle azioni americane a “Underweight”. Del ritorno dell’avversione al rischio beneficiano principalmente le quotazioni dell’oro, che sono arrivate a toccare il record assoluto a quota $1.624,30 l’oncia e che ora si attestano sul Comex a $1.618,9 l’oncia, in crescita dell’1,1%. Per quanto riguarda invece i futures sul petrolio scambiati sul Nymex, la performance è in calo: i contratti cedono 67 centesimi a $99,20 il barile.
Sul fronte valutario, l’euro e’ sostanzialmente invariato nei confronti del dollaro a $1,4373. Intanto il franco svizzero ha toccato un nuovo record contro il dollaro, a quota 80,21 (forte di un rialzo del 2,1%).
Alle 15 (le 9 ora di New York) il future sull’indice S&P500 scende di 8,50 punti, a quota 1.331,50.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in ribasso di 12,5 punti, a 2.415,50.
Il contratto sull’indice Dow Jones arretra di 86 punti, a 12.535 punti.