Quando manca mezz’ora all’avvio delle contrattazioni a Wall Street, i derivati sui principali indici di borsa americani (vedi quotazioni a fondo pagina) viaggiano di poco sopra i livelli di parita’, facendo pensare a un avvio moderatamente positivo.
Tutti gli occhi erano puntati sul rapporto sull’occupazione Usa di gennaio che nel complesso non ha deluso. Dalle cifre ci si aspettava una creazione di posti di lavoro maggiore di quella effettivamente registrata, ma il tasso di disoccupazione e’ inaspettatamente sceso, ai minimi di aprile 2009 peraltro. Un segnale che il mercato di lavoro sta migliorando: dai minimi di febbraio 2010, sono stati creati 1 milione di posti.
Gli investitori riceveranno ulteriori indicazioni dall’Europa, con l’esito del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles che riunisce i vari capi di stato: si discutera’ di crisi del debito e in particolare della possibilita’ che il Fondo salva stati possa diventare acquirente diretto dei titoli di stato emessi dai paesi più vulnerabili.
Una possibilita’ che potrebbe vedere la Germania, con il suo “competitive pact” , concedere la sua disponibilita’ a proseguire nel programma di aiuti ai Piigs in cambio di alcune concessioni: tra queste, l’implementazione di riforme strutturali nei paesi più vulnerabili.
A tal proposito, arriva l’ennesima spaccatura tra i leader europei. Il Belgio , per esempio, sarebbe totalmente contrario alla proposta che Francia e Germania stanno mettendo a punto sulla governance dell’Eurozona: questa, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe prevedere anche l’applicazione di una tassazione minima sulle aziende dell’area.
Intanto si respira un’aria tesa per via dei continui disordini in Egitto e il rischio che di un contagio della crisi in tutta la regione araba. Dopo che il presidente dello Yemen e il re di Giordania sono corsi ai ripari per scongiurare un’altra Tunisia o un altro Egitto nei loro rispettivi paesi, anche che anche il presidente algerino Bouteflika, per paura di fare la stessa fine di Ben Ali e Honsi Mubarak, ha preso delle iniziative per venire incontro ai suoi contestatori. Nello specifico ha deciso di rimuovere lo stato di emergenza che vigeva nel paese da 19 anni.
Sugli altri mercati, i futures con scadenza marzo segnano un rialzo dello 0,22% a $90,74 il barile. I contratti con scadenza analoga dell’oro cedono lo 0,4% a $1.347,60 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro e’ in calo dello 0,37% a $1,3584. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale sale di 3,7 punti base a quota 3,59%.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 avanza di 1 punto (+0,13%) a quota 1.304,3.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna +1,5 punti (+0,06%) in area 2.323,25.
Il contratto sull’indice Dow Jones guadagna 16 punti a quota 12.025 (+0,13%).