Quando manca mezz’ora all’avvio delle contrattazioni a Wall Street, i derivati americani (vedi quotazioni a fondo pagina) guadagnano circa mezzo punto percentuale preannunciando una partenza positiva. Gli elementi che guidano i listini europei e i future Usa al rialzo sono i seguenti: il Giappone scende in campo dicendosi pronto a comprare titoli di stato dell’Eurozona. Il primo ministro portoghese, Jose Socrates, nega che Lisbona abbia bisogno di un salvataggio e lo fa fornendo dati preliminari sul deficit di bilancio 2010, inferiore a quanto promesso alle autorita’ di Bruxelles. La stagione delle trimestrali e’ ufficialmente entrata nel vivo all’indomani della pubblicazione dei conti di Alcoa superiori alle attese.
Il mercato pero’ resta in allerta tant’e’ che in generale continuano ad aumentare tutti gli spread verso il bund dei bond europei. A questo proposito il ministro delle finanze greco, George Papaconstantinou, ha tentato di rassicurare gli operatori del reddito fisso: e’ colpa delle turbolenze nel mercato europeo se l’ampliamento dello spread tra i rendimenti del decennale greco con il Bund tedesco e’ arrivato ai massimi da quando Atene e’ entrata a fare parte dell’Area Euro.
In tutto questo l’interrogativo è più che legittimo. Ma cosa sta facendo la Bce?.
Tornando al Giappone, la volonta’ e’ quella di comprare circa il 20% dei bond che verranno emessi nel mese in corso. “E’ opportuno per il Giappone, in quanto una delle principale economie, compri bond europei per sostenere la fiducia” in Europa, ha riferito a Dow Jones Newswires il ministro giapponese delle finanzeYoshihiko Noda.
Quanto al Portogallo, il deficit 2010 sembra essersi attestato sotto il target del 7,3% del Pil. Il che significa che il paese ha tagliato il suo deficit di oltre il 2% dai massimi 2009, pari al 9,3%. I fari restano puntati sull’asta di domani cui seguira’ giovedi’ quella della Spagna.
Intanto la Grecia ha venduto 1,95 miliardi di titoli a 6 mesi con un rendimento del 4,90% (contro il 4,82% dell’asta precedente) con un rapporto tra domanda e offerta pari a 3,4, meno del 5,15 dell’ultimo appuntumento con il mercato per il medesimo tipo di bond.
L’Italia ha venduto 7 miliardi di titoli a 1 anno con un rendimento del 2,067% (massimo del dicembre 2008) e un bid to cover ratio di 1,63. I due dati si confrontano rispettivamente con il 2,014% e con una domanda superiore all’offerta di 2 volte osservati nell’asta precedente.
“L’attenzione ora si sposta sulle trimestrali previste in settimana, come quella di JP Morgan, ma le paure sul debito dell’Eurozona e potrebbe pesare sui titoli delle banche”, ha spiegato Geraud Missonnier, trader per Saxo Banque a Parigi. Si ricorda che l’aggiornamento dell’outlook da parte di Siemens, tra le conglomerate europee piu’ grandi, ha aiutato i listini europei a ritrovare vigore.
Restando in ambito aziendale, per la prima volta dopo cinque mesi consecutivi in rialzo, la fiducia tra le piccole aziende americane a dicembre e’ tornata a scendere. Il National Federation of Independent Business optimism index e’ calato a 92,6 da 93,2 di novembre, quando furono toccati i massimi dall’inizio della recessione nel dicembre 2007. Questo sta a significare che una ripresa reale richiedera’ tempo.
Nel frattempo le principali borse asiatiche hanno chiuso in generale in rialzo grazie al rimbalzo di settore recentemente venduti.
Il Nikkei in Giappone (ieri chiuso) ha ceduto lo 0,3% appesantito da IT (_1%) e telecom (-0,8%). L’Hang Seng a Hong Kong ha visto un +1% grazie a industriali (+3,4%) ed energetici (+1,7%). Lo Shanghai Composite in Cina ha registrato un incremento dello 0,4% con telecom (+2%), energetici e finanziari (+1%). Il Sensex in India e’ scivolato dello 0,1%: beni discrezionali (+1,5%) e finanziari (+0,9%) hanno controbilanciato la debolezza di IT (-2%) ed energetici (-1,3%).
Si segnala il rally della borsa in Bangladesh dopo il tonfo di ieri. L’indice generale del Dhaka Stock Exchange ha visto un +15,6%.
Sugli altri mercati i futures sul petrolio con consegna febbraio del petrolio salgono dell0 0,96% a $90,11. Il derivato con scadenza febbraio dell’oro segna +0,82% a $1.385,40. Sul fronte valutario, l’euro piatto a $1,2964 (+0,10%). Quanto ai Treasury, i titoli a dieci anni mostrano un rendimento al 3,30% contro quota 3,304% di ieri.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 sale di 6,30 punti (+0,50%) a quota 1.271,80.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna +11,50 punti (+0,50%) in area 2.294,00.
Il contratto sull’indice Dow Jones avanza di 55 punti a quota 11.642 (+0,47%).