Quando manca mezz’ora all’avvio delle contrattazioni, i derivati sui principali indici della borsa americana b>(vedi quotazioni a fondo pagina) scambiano in flessione, facendo pensare ad un avvio di seduta debole.
Gli investitori continuano a interrogarsi sull’immpatto finanziario ed economico che il terremoto devastante che ha colpito il Giappone, il quinto maggiore della storia. Il maggiore timore e’ quello di uno scoppio di una crisi nucleare: non e’ infatti da escludere la fusione del reattore 2 della centrale nucleare di Fukushima dopo che una seconda esplosione si e’ verificata al reattore numero 3.
Nel dettaglio, il reattore 2 e’ a rischio fusione del nocciolo, mentre l’edificio del reattore 3 e’ in parte crollato dopo una nuova esplosione. sulle possibili contaminazioni dovute agli incidenti di Fokushima. Secondo i tecnici, potrebbero volerci mesi prima di tornare a livelli di sicurezza di radiazioni.
Intanto sale il bilancio delle vittime, con i media giapponesi che danno notizie poco confortanti sul numero delle persone che hanno perso la vita: 2.000 corpi sono stati trovati lungo le coste della zona di Miyagi, un migliaio nella penisola di Ojika e altri mille nella città di Minamisanriku. I dispersi sono ancora decine di migliaia e molti villaggi non sono stati ancora raggiunti dai soccorsi.
La borsa nipponica ha chiuso in calo di oltre il 6%, paura delle conseguenze che il terremoto avra’ sull’economia del paese, mentre i prezzi del greggio calano sulle aspettativa di rallentamento della crescita economica. Cio’ nonostante l’iniezione da $184 miliardi effettuata dalla Banca del Giappone per rafforzare i mercati.
Tra i singoli titoli Usa l’attenzione e’ tutta puntata sulla societa’ di lubrificanti e additivi per carburanti Lubrizol, che e’ stata acquistata dal gruppo di Warren Buffett, Berkshire Hathaway, per $9 miliardi circa. Si tratta di una delle maggiori operazioni d’acquisto della storia del veicolo di investimento, e il prezzo rappresenta un premio del 28% sulla chiusura dei titoli LZ venerdi’.
Tutt’altro discorso merita General Electric, in calo di oltre il 2%. La societa’ ha disegnato tutti e sei i reattori della centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi, le cui fuoriuscite radioattive rischiano di ampliare i danni e le vittime provocati dal terremoto.
Anche per molti produttori di uranio si profila una seduta difficile: Denison Mines, Uranerz Energy e Uranium accusano tutte ribassi a doppia cifra. Per contro le societa’ legate all’energia rinnovabile sono in rialzo. Tra queste The American depositary receipts of Renesola e Suntech fanno un balzo del 10-12%.
Sul fronte macro il calendario e’ scarno, ma cresce l’attesa per l’ultimo comunicato di politica monetaria della Federal Reserve. Chiaramente nel frattempo tutta l’attenzione e’ sul Giappone, ed e’ facile dimenticare che le rivolte in Medioriente e Nordafrica vanno avanti.
Le pressioni sul leader libico Muammar Gheddafi aumentano ancora se possibile, con la Lega Araba che sta facendo di tutto per otternere una no-fly zone, che impedisca alle forze del Colonnello di bombardare dall’alto i civili.
Sugli altri mercati, i prezzi del petrolio continuano a retrocedere dai massimi toccati due settimane fa. i futures con scadenza aprile del greggio scambiano in flessione di $1,5 a $99,66 il barile, retrocedendo dai massimi di due anni e mezzo. I contratti con scadenza aprile dell’oro avanzano dello 0,45% a $1.428,2 l’oncia. Sul fronte valutario l’euro cede lievemente terreno sul dollaro, in area $1,3946 (-0,31%). Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,39%, in ribasso di 1,1 punti base.
Alle 14:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 arretra di 7,1 punti a quota 1.294,1 (-0,55%).
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in calo di 17,5 punti a 2285,25 (-0,76%).
Il contratto sull’indice Dow Jones scambia in ribasso di 60 punti (-0,5%) in area 11.943.