New York – Quando manca circa mezz’ora all’avvio delle contrattazioni, i derivati sui principali indici della borsa americana (vedi quotazioni a fondo pagina) scambiano sopra i livelli di parita’ facendo pensare a un avvio di seduta in buon rialzo. L’indice allargato S&P 500 e’ in calo del 2,5% in settimana dopo aver archiviato il mese di aprile ai massimi pluriennali della fase rialzista ma oggi i listini sono destinati a ridurre tali perdite, grazie all’entusiasmo per il miglioramento del mercato del lavoro.
A gravare nei giorni precedenti e’ stato il tracollo delle materie prime. L’indice CRB si appresta a registrare la peggiore prova settimanale da luglio 2008. Secondo i trader si corre’ ancora il rischio di qualche presa di profitto, ma il rapporto governativo sul lavoro potrebbe cambiare tutto. Sul fronte delle commodites, vittima da ieri di un sell off generalizzato, i piu’ presi di mira sono cereali, frumento, argento e petrolio. Per il metallo prezioso si tratta di un sell off di proporzioni storiche.
Come sottolineato da Jean-Claude Trichet, numero uno della Bce, i prezzi in calo delle materie prime dovrebbero essere di giovamento alla ripresa economica mondiale. Joshua Raymond, market strategist di City Index ha detto a Marketwatch che “i mercati si renderanno presto conto che il petrolio sotto quota $100 al barile e’ positivo per una vasta gamma di aziende e anche per i consumatori”.
L’attenzione era tutta concentrata sui nuovi numeri riguardanti la situazione occupazionale negli Stati Uniti. Dal report governativo mensile gli analisti e’ emersa la creazione di 244 mila posti di lavoro, 268 mila nel settore privato. Le attese erano per una somma di 185 mila. Delusione invece per il tasso di disoccupazione, che anziche’ rimanere invariato all’8,8% ai minimi di aprile 2009, come ci si aspettava, e’ tornato in area 9%.
ll sentiment generale si fa meno cauto,anche in Europa, che sta cercando di superare il pessimismo seguito alla performance dei listini asiatici: l’indice principale MSCI Asia Pacific Index ha sofferto infatti la peggiore performance su base settimanale in sette settimane, pagando il sell off sul settore delle commodities, che e’ stato il peggiore dal 2009. Lo S&P’s GSCI, che misura la performance di 24 materie prime è crollato infatti ieri del 6,5%, riportando la perdita meggiore dal gennaio del 2009.
Sugli altri mercati, i contratti del greggio con consegna giugno cedono lo 0,6% a 99,2 il barile. I contratti con scadenza giugno sull’oro sono pressoche’ invariati a $1.482 l’oncia. Sul valutario l’euro arretra dello 0,32% a $1,4494. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale si attesta a quota 3,23%, in contrazione di 7,7 punti base.
Alle 15.00 (le 9:00 ora di New York) il future sull’indice S&P500 avanza di 10,2 punti a 1.345,2 (+0,76%).
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in progresso di 18,75 punti a 2.397,75 (+0,79%).
Il contratto sull’indice Dow Jones guadagna 93 punti (+0,74%), in area 12.663.