New York – Quando manca poco piu’ di mezz’ora all’avvio delle contrattazioni, i derivati sui principali indici della borsa americana (vedi quotazioni a fondo pagina) scambiano sotto i livelli di parita’, facendo pensare a un avvio negativo.
Il mercato in tutto il mondo soffre per le parole proferite ieri da Ben Bernanke. A mettere pressione sui listini sono anche i segnali ulteriori arrivata da Cina ed Europa di un rallentamento della ripresa. Il tutto un giorno dopo che il numero uno della Fed ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita dell’economia americana, mettendo al contempo ufficialmente fine al secondo round di misure di allentamento straordinario.
Come se non bastasse il banchiere centrale europeo Jean-Claude Trichet ha avvertito che la crisi del debito minaccia di infettare le banche. L’allarme rosso ha inflitto un duro colpo all’euro, che e’ scivolato sotto $1,43. Tra i singoli titoli spicca il calo di IBM.
In ambito macroeconomico le richieste di sussidi di disoccupazione sono salite nell’ultima settimana, deludendo le attese che si aspettavano un dato piu’ basso. Nell’ultimo mese registrati tre rialzi delle domande di indennita’ su quattro. Non un buon segno per un mercato – quello del lavoro – che fatica a riprendersi veramente.
Il dollaro ha ridotto i guadagni dopo la pubblicazione di tali dati mentre i prezzi dei titoli di stato americano hanno esteso i rialzi. Il rendimento del due anni ha toccato un nuovo record e il sell off su oro e argento e’ aumentato di intensita’.
Nel lasciare i tassi di interesse al minimo storico tra lo zero e lo 0,25%, Bernanke ha ammesso che la congiuntura statunitense “continua a un passo moderato” e “in qualche modo piu’ lento del previsto”. Inoltre, l’istituto ha confermato il completamento del programma da 600 miliardi di dollari per l’acquisto di titoli di Stato. A tal proposito, la Federal Reserve si è detta -nonostante il deterioramento delle condizioni economiche – però riluttante ad avviare nuove operazioni di acquisto dei bond, confermando che dopo la fine del QE2 non ci sarà un’altra manovra di quantitative easing. Tutto ciò innervosisce gli operatori.
Tornano inoltre le preoccupazioni sul debito sovrano europeo, nello stesso giorno in cui i leader dell’Unione europea si riuniranno a Bruxelles per fare il punto della situazione sulla Grecia. Sotto i riflettori lo spread BTP/Bund, che ha toccato il nuovo massimo di sempre, superando i 200 punti base. Gli investitori si rifugiano sul Bund decennale, che assiste al continuo calo dei rendimenti, e che è particolarmente oggetto di acquisti nella giornata di oggi, per lo status di “safe heaven”.
Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio scendono appesantiti tra le altre cose anche dal terremoto che è tornato a colpire il Giappone, oltre alle preoccupazioni sul futuro dell’economia Usa. I ribassi sono consistenti, pari a quasi il 4%, a quota $91,58 al barile. Va male tutto il settore delle materie prime e dei metalli preziosi, con l’oro che arretra di $30 a $1.523,4 l’oncia.
Sul fronte valutario l’euro scende al di sotto di quota $1,43, attestandosi sui mercati newyorchesi a $1,4197 (-1,1%). Quanto ai Treasury, i rendimenti del decennale sono in calo di 7,5 punti base a quota 2,91%.
Alle 15.00 (le 9:00 ora di New York) il future sull’indice S&P500 arretra di 12,5 punti a 1.267,3.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in ribasso di 18,75 punti a 2.210,75.
Il contratto sull’indice Dow Jones cede 95 punti in area 11.928.