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FUTURES CALANO AFFLITTI DALLA STRETTA CINESE

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Ad un’ora e mezza dall’avvio delle contrattazioni, i contratti sui principali indici azionari scambiano sotto la parita’ (vedi quotazioni a fondo pagina), facendo pensare ad un avvio di seduta negativo.

Il mercato ha reagito male alle notizie secondo cui la Cina ha alzato per la seconda volta in un anno la quota dei depositi che le banche commerciali sono obbligate a mettere a riserva, alimentando cosi’ i timori circa la crescita economica mondiale. Tali preoccupazioni hanno inevitabilmente spinto i trader a vendere azioni e commodity e al contempo comprare invece il dollaro Usa.

Le azioni a stelle e strisce hanno concluso la seduta di ieri in forte rialzo, favoriti dal placarsi dei timori circa la situazione fiscale della Grecia. Ma oggi la decisione della Banca del Popolo cinese di rivedere al rialzo dello 0.5% la quota dei depositi che le banche commerciali devono conservare ha depresso il morale degli operatori di Borsa. L’incremento, al momento fissato al 16% per le grandi banche e al 14% per gli istituti piu’ piccoli, scattera’ dal 25 febbraio.

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La Banca Centrale sta cercando di imporre una stretta di politica monetaria nel tentativo di ridurre le attivita’ di prestito delle banche. Tali iniziative, tuttavia, hanno esacerbato i timori circa un possibile rallentamento della rapida crescita dell’economia del Paese asiatico.

Le notizie provenienti dalla Cina hanno spinto il biglietto verde al rialzo, infliggendo contemporaneamente un duro colpo su azionario e materie prime legate al dollaro come petrolio e oro. Il dollar index, che da’ una misura della performance del biglietto verde contro le sei concorrenti principali, fa un balzo dello 0.7% a quota 80.583.

Ricco il calendario macro Usa: alle 14:30 verranno pubblicate le vendite al dettaglio, da cui si prevede un guadagno moderato dello 0.3%, la lettura preliminare della fiducia dei consumatori a cura dell’Universita’ del Michigan, attesa per le 15:55 (il consensus e’ per un rialzo del 75), mentre cinque minuti dopo sara’ la volta delle scorte di magazzino. In questo caso gli economisti prevedono un aumento dello 0.2%. Restando sempre nella sfera manifatturiera, alle 16 italiane verra’ riportato l’indice della Fed di Philadelphia.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico in rialzo le quotazioni del greggio. I futures con consegna marzo arretrano di $1.23 attestandosi a quota $74.05 al barile. Sul valutario la moneta unica si indebolisce a quota $1.3565. In flessione l’oro a $1086.80 l’oncia (-$7.90). Avanzano i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.7000%.

Alle 14:00 (le 8:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 e’ in ribasso di 7.70 punti (-0.72%) a 1068.90.

Il contratto sull’indice Nasdaq 100 scende di 13 punti a 1762.50 (-0.73%).

Il contratto sull’indice Dow Jones cede 64.00 punti (-0.63%) a quota 10046.