(Teleborsa) – Industria senza slancio in Italia, con fatturato e ordini che hanno registrato un rallentamento nel mese di settembre. Tutto in una settimana turbolenta e segnata dalla crisi irlandese. Nell’ottava appena conclusa i prezzi del future sul maggior indice azionario FTSE MIB, si sono mossi senza grandi scossoni, risentendo solo in parte della manovra restrittiva adottata dalla Banca Centrale cinese. La penisola deve fare i conti con i dati che arrivano dall’Istat, secondo cui a settembre il giro d’affari è sceso dello 0,3% rispetto al mese precedente e le commesse hanno perso l’1,2%. Fatturato e ordinativi crescono invece rispetto a dodici mesi fa. Un recupero comunque zoppicante, già mostrato messo in luce in precedenza dal Prodotto Interno Lordo del terzo trimestre, cresciuto di appena lo 0,2% su base trimestrale, meno di quanto stimato dagli analisti (+0,4%). Va inoltre sottolineato che l’indice sottostante (FTSE MIB) è stato penalizzato ancora una volta dalla performance negativa del settore bancario, dove il peso del comparto è rilevante. Il derivato italiano ha chiuso così i cinque giorni a 20.760 punti dopo essere sceso fino al bottom 20.420 e mette a segno una performance settimanale negativa dello 0,81%. Per le prossime sedute va posta particolare attenzione all’area di supporto vista a 20.590 con target successivo stimato a 20.465. Resistenza a 21.010.
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