Affari e politica. Un binomio che con il radicarsi del processo di globalizzazione dei mercati si pensava fosse definitivamente ricacciato nei dimenticatoi dei libri di storia economica.
Le difficolta’ in sede comunitaria di giungere a un accordo sulla regolamentazione fiscale e’ una testimonianza di quanto difficile a morire sia la logica statalista.
L’aperta discesa in campo del presidente americano George W. Bush alla fine della settimana scorsa, nel tentativo di allentare i rigidi parametri della commissione europea alla concorrrenza presieduta da Mario Monti sulla fusione General Electric/Honeywell ha tuttavia sorpreso molti osservatori.
“Sono preoccupato che gli europei abbiano respinto la fusione”, aveva detto Bush da Varsavia in occasione della sua visita nel Vecchio Continente.
Quella dichiarazione, neppure troppo velata, non potevano non produrre una forte eco negli ambienti politici e finanziari in quanto giungeva da colui si pensava fosse a capo della patria del libero mercato per antonomania.
L’effetto e’ stato talmente forte che ieri per la prima volta dall’inizo della ‘via crucis’ della fusione piu’ sofferta degli ultimi tempi, il commissario Monti e’ intervenuto stizzito sulla faccenda deplorando “i tentativi di disinformazione dell’opionione pubblica e gli interventi politici”.
Immediata la smentita della Casa Bianca: “il presidente non e’ intervenuto nella faccenda ma gli Stati Uniti hanno gia’ dato il via libera alla fusione”, ha riparato il portavoce del presidente Ari Fleischer.
Come rileva la stampa estera le difficolta’ che sta incontrando il merger General Electric con Honeywell ha evidenziato i due approcci con cui le autorita’ antitrust europeo e statuniutense regolano i rispettivi mercati.
Se in Europa ci si preoccupa maggiormente sui diritti della concorrenza dall’altra parte dell’Atlantico ci si focalizza sui vantaggi al consumatore.
Tuttavia, interferendo in un campo che dovrebbe essere appannaggio di diplomatici e negoziatori due senatori repubblicani hanno pensato di redigere un report nello scopo di mettere in relazione le divergenze normative tra la commissione europa alla concorrenza e il dipartimento di Giustizia statunitense.
In un comunicato stampa diffuso venerdi’ scorso, i senatori Herb Kohl e Mike DeWine hanno addotto tra le ragioni del loro lavoro la preoccupazione che il rigetto da parte dell’organo presieduto da Mario Monti possa danneggiare il libero mercato e ostacolare gli sforzi delle compagnie americane nei loro progetti di espansione.
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