Roma – L’allarme nucleare a Fukushima continua e, seppur “estremamente bassi”, sono stati rinvenuti livelli di radiazione provenienti dalla centrale nucleare nella maggior parte delle province cinesi. Pechino ha informato che il livello radioattivo è troppo basso per essere considerato un rischio per la salute: il ministro della protezione ambientale ha comunque precisato in una nota che le radiazioni sono state rinvenute nelle regioni, ad elevata densità di popolazione, dell’est, del nord e del sud del paese; e ha aggiunto che l’ammontare delle radiazioni è pari a 1 millesimo dei livelli che una persona riceverebbe in un raggio di 2000 kilometri.
Intanto è innegabile la preoccupazione della popolazione cinese, colta da un vero e proprio “panic-buying” di sale: i consumatori si sono affrettati ad acquistare il sale, credendo erroneamente che il livello di iodio che contiene possa proteggere contro le radiazioni. Pechino ha intanto interrotto le importazioni di diversi beni alimentari dal Giappone e ha incrementato i controlli agli aeroporti, nei porti per paura di contaminazione da radiazioni.
Intanto a Washington, come misura precauzionale, il Pentagono ha creato una divisione di Marine da disporre in Giappone in caso di emergenza. Almeno 155 Marine della Chemical Biological Incident Response Force dovrebbero arrivare venerdì, stando a quanto le autorità hanno riferito ad AFP.
Nel mare vicino all’impianto, le concentrazioni di Iodio-131 sono salite al nuovo massimo, 4.385 volte il livello consentito.
Sul Giappone si fanno pressanti le richieste di espandere l’evacuazione oltre il raggio di 20 km dalla centrale nucleare, dopo che l’agenzia atomica dell’Onu ha affermato che un villaggio a 40 km di distanza ha raggiunti i livelli necessari per l’evacuazione. Ma Yukio Edano, portavoce del governo, rispondendo alle raccomandazione dell’genzia atomica ha affermato di non ritenere che ci sia l’immediato bisogno di procedere a un’espansione della zona di evacuazione. Allo stesso tempo, ha affermato, “il fatto che i livelli di radiazione siano elevati nel terreno porta inevitabilmente a pensare alla possibilità che nel lungo termine tali accumulazioni possano produrre danni alla salute dell’uomo. Dunque, continuiamo a monitorare i livelli di radiazione con la massima vigilanza e se necessario, agiremo”.