Restano i dubbi sul futuro di Freedomland dopo l’incontro del nuovo management con gli analisti e la stampa oggi a Milano.
La cordata che ha rilevato il 29,85% dal capitale del socio fondatore Virgilio Degiovanni, cui rimane una quota del 20,98%, è composta da Onetone, Angel Ventures, Cuneo e Associati e Cairo Communication e ha presentato il piano di sviluppo della nuova Freedomland che da “Internet Tv” sarà trasformata in “Tv interattiva”.
Alle domande sulle prospettive della società, Marco Benatti di Onetone, futuro vice presidente di Freedomland, e gli altri nuovi azionisti hanno risposto piu’ volte con difficoltà non riuscendo a replicare con chiarezza e sicurezza alle domande degli analisti e dei giornalisti.
Punto di contrasto, è stata la data del break even della futura Tv interattiva. Alla diretta domanda dell’analista di una banca tedesca, Benatti prima ha tergiversato e sullo sbottare di alcuni giornalisti presenti, ha dichiarato: “In base al business plan che abbiamo fatto, prevediamo di raggiungere il break even nel 2003. Il nostro impegno e’ di arrivarci prima”.
In borsa il titolo sta perdendo il 6,2% a €29,55 contro l’indice del Nuovo Mercato che cede solo il 0,14%.
Benatti ha precisato che in ogni caso non era in grado di prefigurare il futuro dell’azienda prima di 3-4 mesi, vale a dire prima della definizione del piano industriale. Durante questo periodo, infatti, il nuovo gruppo operativo dovrà, attraverso una serie di test, comprendere quali saranno i margini di sviluppo dell’azienda.
Velato imbarazzo anche sullo scottante argomento sul futuro ruolo dell’ex azionista di maggioranza Virgilio Degiovanni. L’ex numero uno è stato il principale protagonista della telenovela Freedomland che ha dato vita a procedimenti giudiziari ancora pendenti. Il nuovo gruppo dirigente ha detto che Degiovanni è diventato, con la sua quota del 20,98%, un azionista come gli altri e che non ha alcun ruolo gestionale.
Degiovanni è così sceso dal 60% al 21% e, secondo i nuovi dirigenti, la vendita di parte della sua quota dimostra la volontà del fondatore di farsi da parte.
L’ex numero uno non sarebbe intenzionato a vendere altre partecipazioni anche perchè è vincolato sino al prossimo aprile/maggio dal “lock up” delle sue azioni. Il lock up è un meccanismo in base al quale i soci rilevanti di una società (tra i quali i fondatori, gli amministratori, i dirigenti) si impegnano a non vendere per almeno un anno i titoli della società stessa, secondo le regole imposte da Borsa SpA. L’imprenditore avrebbe dato mandato ad una fiduciaria di rappresentarlo in assemblea: “E’ stata una sua scelta – ha precisato Benatti – la gestione dell’azienda e’ esclusivamente di nostra competenza”.
Il nuovo consiglio d’amministrazione, che sarà nominato dopo l’assemblea prevista tra 15 giorni circa, sarà composto da 9 membri tra i quali dovrebbe esserci anche il professor Marco Vitale, che ha svolto un importante ruolo nei mesi di commissariamento della società.
Il vero tesoro dell’azienda è la cassa – ancora a disposizione di Degiovanni – e che il nuovo board è riuscito a definire, non senza difficoltà, in 330 miliardi di lire circa.
Il nuovo assetto azionario di Freedomland vede la cordata composta da Onetone, Angel Ventures, Cuneo e Associati e Cairo Communication in possesso del 29,85% del capitale. Oltre la quota di Degiovanni (20,98%), sono presenti European Web (5,78%), azionisti minori (10,50%), Rete di vendita (9,9%). Il flottante è pari al 22,90%.