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Francia rischia la tripla A. Parola dei cds. Sotto la lente anche il Belgio

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Perdita della tripla AAA per la Francia? E’ possibile: parola di alcuni analisti e investitori intervistati da Bloomberg, che vedono anche il Belgio a rischio.

Attenzione dunque a sentirsi al sicuro pensando che il problema dei Piigs interessi solo i paesi che fanno parte dell’acronimo: l’intera Europa è in pericolo. E non si parla di previsioni che nascono da un eccesso di pessimismo, perchè qui la prova del nove, come fanno notare gli esperti, arriva dai credit default swap. I famosi cds – che rappresentano il costo che bisogna sostenere per assicurarsi contro il rischio default di un paese – dimostrano infatti che tutelarsi contro i bond francesi, belgi e anche austriaci costa più che proteggersi contro le obbligazioni del Cile e della Repubblica ceca, a cui sono stati assegnati rating più bassi sui debiti sovrani.

“Se i problemi dell’eurozona non saranno risolti velocemente, le condizioni di rifinanziamento saranno costose e le agenzie di rating effettueranno maggiori downgrade – afferma Ralf Ahrens, responsabile della divisione del reddito fisso presso Frankfurt Trust – Assistiamo già a queste dinamiche sui mercati. E io vedo la Francia a rischio”.

E Padhraic Garvey, responsabile della divisione di strategia dei debiti per i mercati industrializzati presso ING Bank ad Amsterdam, conferma che la Francia rischia un taglio, a meno che il paese non si adoperi per mettere in atto “riduzioni significative” al suo deficit. D’altronde, fa notare Markus Ernst, strategist del credito di Unicredit a Monaco, le banche francesi sono tra i maggiori detentori di titoli di debito emessi dai cosiddetti paesi periferici.

Insomma, Parigi non può stare poi così tranquilla, visto che anche i dati forniti da Cma rivelano che i costi per assicurarsi contro i titoli di debito francesi oscillano sui 102 punti base, vicini al massimo di 105 testato lo scorso 30 novembre.

La performance dei cds suggerirebbe di fatto per i bond francesi un rating Baa1, sette notch al di sotto della tripla A di Moody’s, mentre i derivati che proteggono dal rischio Belgio giustificherebbero una valutazione Ba1, nove notch al di sotto del rating corrente, pari ad Aa1.

D’altronde, già lo scorso 14 dicembre S&P scrisse in un suo rapporto che “la prolungata incertezza politica del paese rappresenta un rischio per la valutazione del credito del governo”, abbassando così l’outlook del paese da “stabile” a “negativo”.