Dopo la vittoria dei Mondiali 2006 sui campi di calcio, la bandiera tricolore made in Italy sventola anche sulle tavole dei francesi con l’aumento delle richieste di prodotti agroalimentari italiani che fanno segnare un crescita delle esportazioni dell’8 per cento in valore e la concreta possibilità di raggiungere a fine anno l’importo record di 3 miliardi di euro. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dell’elaborazione dei dati Istat relativi al commercio estero con la Francia nei primi sette mesi del 2007. La “vittoria fuori casa” sulle tavole dei cugini d’Oltralpe è stata ottenuta su prodotti di punta della cucina francese con le esportazioni di vino italiano che aumentano del 30 per cento in quantità e quelle di formaggio del 2 per cento. Ma anche, continua la Coldiretti, con gli alimenti tipici della dieta mediterranea made in Italy come l’olio di oliva (più 26 per cento), gli ortaggi e legumi (più 12 per cento) e la pasta (più 3 per cento). Nonostante la bilancia commerciale agroalimentare tra i due Paesi penda ancora leggermente a favore della Francia, il recupero del made in Italy dimostra, sottolinea la Coldiretti nel comunicato, la grande dinamicità del sistema produttivo nazionale nell’individuare spazi commerciali anche su mercati difficili come quello francesi, particolarmente “protezionistici”. Tra l’altro il nostro Paese ha da tempo superato la Francia nel numero delle denominazioni protette (Dop e Igp) riconosciute dall’Unione europea, conquistando la leadership comunitaria della qualità. I “cugini”, infatti, contrappongono 148 prodotti alle 155 registrate dall’Italia. Ma c’è un altro primato, un tempo appannaggio dei francesi che adesso si è trasferito al di qua delle Alpi: è quello, ricorda l’associazione di categoria, della ristorazione italiana nel mondo, che ormai viene universalmente riconosciuta come la migliore e la più richiesta. I ristoranti italiani di New York, di Londra, di Berlino, ma anche quelli di Parigi, diffondono con sempre crescente successo il buon nome del made in Italy. Tra Roma e Parigi, tuttavia, precisa la Coldiretti, non c’è soltanto una sana rivalità, ma anche una identità di vedute e una comunanza di obiettivi per quanto riguarda la difesa dall’agropirateria internazionale, che colpisce il made in Italy così come il “produit en France”. Ed è per questo che Coldiretti e Fnsea, le due organizzazioni degli imprenditori agricoli di gran lunga più rappresentative in Italia e Francia hanno siglato un “Patto europeo con il consumatore” per la difesa delle produzioni tipiche dalle imitazioni e dalla pirateria internazionale nell’ambito del World Trade Organization, ovvero l’Organizzazione mondiale per il commercio.