
Milano – L’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, è da alcuni giorni indagato per ostacolo all’attività di vigilanza nell’ambito dell’inchiesta su Premafin e Fonsai. Lo si apprende da fonti informate. Ne dà notizia il Sole 24 ore.
Nagel è stato sentito per sei ore in una delle sedi della Guardia di Finanza di Milano da lpm Luigi Orsi che indaga sul presunto patto segreto con la famiglia Ligresti per l’uscita dal gruppo Fonsai. Patto che – secondo le ipotesi – sarebbe stato sottoscritto per dare una buonuscita ‘dorata’ alla famiglia Ligresti e favorire così la fusione tra Unipol e Fonsai. In serata è arrivata una nota dello stesso manager che smentisce le ipotesi di accordo, e il suo legale ha preannunciato che presenterà istanza di archiviazione.
Da quanto si è appreso Alberto Nagel nei giorni scorsi aveva ricevuto un invito a comparire. Secondo quanto avevano raccontato agli inquirenti Paolo e Jonella Ligresti e poi il loro padre lo scorso 17 maggio negli uffici di Compass ci fu un incontro tra l’ingegnere di Paternò e l’amministratore delegato di Mediobanca nel quale si sarebbe trattato la buonuscita della famiglia dal gruppo con un accordo poi firmato sia dall’imprenditore che da Nagel. Una versione questa sempre smentita da Mediobanca.
In serata è arrivata una nota di smentita dallo stesso Nagel, che afferma di non ha firmato alcun accordo con la famiglia Ligresti ma su richiesta di Jonella Ligresti “ha siglato esclusivamente per presa di conoscenza, la fotocopia di un foglio di carta dalla stessa manoscritto” con le richieste della famiglia. “Alberto Nagel – si legge nella nota – conferma di non aver stipulato alcun accordo o patto con la famiglia Ligresti inerente l’integrazione Unipol-Premafin”. Lo scorso 17 maggio “su richiesta di Jonella Ligresti” l’ad di Mediobanca “ha siglato, esclusivamente per presa di conoscenza, la fotocopia di un foglio di carta dalla stessa manoscritto che riportava un elenco di desiderata della famiglia Ligresti”.
Si tratta di “richieste in parte note e non destinate a Mediobanca, che non è parte di alcun accordo con la famiglia in questione, né quindi impegnative per l’istituto” chiarisce Nagel. L’elenco “tenuto conto anche della risposta della Consob al quesito di Unipol del 24 maggio 2012”, con cui la Commissione ha chiesto di non concedere alcun beneficio ai Ligresti, “non si è mai tradotto in alcuna ipotesi di accordo con Mediobanca, Unicredit o Unipol Gruppo Finanziario”.
“Presenterò a breve una memoria con istanza di archiviazione perché il dottor Nagel ha chiarito e, anche in maniera circostanziata, la vicenda alla Procura della repubblica di Milano”, ha detto il suo difensore Mario Zanchetti, al termine dell’interrogatorio avvenuto in un clima “sereno”.
Non si fa attendere la reazione del mercato con i titoli che oggi cedono il 4% circa.
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