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FONDI: RIPRESA IN VISTA

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Il dato positivo sulla raccolta dei fondi italiani a ottobre fa ben sperare anche l’Europa. Ma il saldo solo lievemente positivo dei fondi azionari è il segnale di una scarsa fiducia sul futuro delle Borse.

“Nonostante il perdurare della generale incertezza sui mercati finanziari, nel mese di ottobre la raccolta netta complessiva del sistema fondi comuni ha recuperato circa la metà di quanto perso nel mese di settembre”. Il commento di Assogestioni ai dati di raccolta dei fondi italiani ad ottobre è il segnale di una soddisfazione generale dell’industria e incorpora la speranza dei gestori del resto d’Europa, che in questi giorni, a ruota dell’Italia, conosceranno l’andamento della raccolta del mese nei propri Paesi.

Le attese, nel Vecchio Continente, sono di un risultato in linea con quello italiano: una inversione, quindi, rispetto al tragico mese di settembre, per una ripresa di flussi in direzione dei fondi d’investimento. Il team editoriale di Morningstar nelle diverse sedi europee sta raccogliendo in queste settimane testimonianze di società che registrano a ottobre, per la maggior parte, flussi netti positivi: dalla sede inglese di Jp Morgan Fleming a.m. alla tedesca Dws. Oltralpe, come avvenuto in Italia, i flussi si dirigono però verso i fondi obbligazionari e di liquidità e solo in via residuale sui fondi azionari.

In una parola, i risparmiatori preferiscono stare a guardare o al limite investire in prodotti poco rischiosi o addirittura garantiti, meglio ancora in gestioni patrimoniali in fondi. Come testimoniano per l’Italia i dati di Pioneer i cui clienti hanno nettamente preferito i servizi di gestione e a capitale garantito: la raccolta netta del segmento gestioni patrimoniali con linee protette è ammontata a 610,7 milioni di euro, contro una raccolta complessiva della società di 575,3 milioni di euro. I clienti, insomma, hanno investito volentieri in gpf, ma il saldo della raccolta di questi prodotti con quella dei fondi è negativo: segno che il fai-da-te in fondi sta lasciando il posto a servizi di gestione.

Stesso trend in Banca Fideuram, dove le gestioni patrimoniali hanno segnato un saldo positivo per 153 milioni di euro contro una raccolta netta complessiva –tra fondi e gestioni- di 125 milioni.

I dati di raccolta evidenziano anche come i risparmiatori non confidino in una ripresa a breve delle Borse né tantomeno scelgono i fondi azionari come strada per un investimento di più lungo periodo. Qualcosa però stona. I gestori intervistati solo settimana scorsa da Morningstar.it si sono dichiarati confidenti in una ripresa, da qui a sei mesi, delle Borse, in particolare di quelle europee. Crede in un rialzo dei listini del Vecchio continente l’81,2% dei direttori degli investimenti intervistati, che pure conta per oltre il 65% del patrimonio gestito in fondi in Italia. A puntare su una ripresa di Wall street nei prossimi sei mesi è il 71,9% degli intervistati.

Se il sentiment dei gestori italiani migliora sulle Borse –e, per inciso, è molto contrastato invece sui mercati obbligazionari- viene da chiedersi perché questo ottimismo non sia passato tramite le reti di distribuzione al cliente finale. Non conforta sapere che molto probabilmente anche i risparmiatori del resto d’Europa risulteranno aver preferito a ottobre i bond alle azioni.

*Germana Martano è il Caporedattore di www.Morningstar.it.