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FONDI ETICI: BUONI, MA EFFICIENTI COME GLI ALTRI

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di *Emanuele Manini

I FONDI ETICI

A livello finanziario i fondi etici sono dei normalissimi fondi comuni d’investimento: sottostanno alle medesime norme di vigilanza, devono rispettare identici requisiti patrimoniali, hanno analoghe strutture di gestione e, pertanto, prevedono un apparato di costi molto simile.

In pratica, i fondi etici sono soggetti alle stesse logiche degli altri FCI. Questi prodotti rappresentano uno strumento di raccolta del risparmio estremamente flessibile e negli ultimi anni hanno ottenuto un enorme successo. Per due motivi:

  1. Per i risparmiatori, acquistare fondi è facile: il meccanismo di funzionamento è semplice, le quote possono essere rivendute in tempi brevi e il valore è pubblicato quotidianamente sui giornali. Gli importi minimi di sottoscrizione, inoltre, sono contenuti.
  2. Per gli enti che li collocano (le banche, i fondi rappresentano lo strumento ideale per “traghettare” il risparmio individuale dai titoli di Stato (su cui lucravano esclusivamente una commissione di compravendita) al cosiddetto risparmio gestito – i fondi, appunto -, che permette di conseguire guadagni costanti grazie alle commissioni di gestione e a numerose altre voci di costo, sempre presenti per qualunque tipologia di prodotto, a prescindere dai risultati ottenuti.

Il fattore che differenzia concretamente una parte di questi fondi dalla massa del risparmio gestito è il cosiddetto “screening etico”, ovvero l’utilizzo di criteri etico-morali di selezione del paniere di titoli in cui investire (il cosiddetto panel), siano essi azioni, obbligazioni corporate o titoli di Stato.

Lo screening etico si basa su una serie di criteri “negativi” (attività e pratiche che non devono essere svolte) e “positivi” (attività e pratiche che vanno incoraggiate), attraverso i quali si analizza l’operato dell’emittente.

Questi criteri variano da fondo a fondo, in quanto vengono stabiliti, in accordo con l’advisor del fondo, dal “comitato etico”, un team di tecnici che supervisiona l’operato del fondo circa l’eticità degli investimenti.

Solo le società che superano lo screening etico rientrano nel panel di titoli in cui il fondo può investire.

Ovviamente, la bontà dello screening è il presupposto affinché tutta la politica d’investimento sia efficace.

La domanda naturale e’ se tale strategia riesca a battere il mercato

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*Emanuele Manini e’ analista dell’ufficio studi di Consultique